3 Gennaio 2019 - 12:24

Pensioni, Quota 100 si raggiungerà a meno di 62 anni

quota 100 pensione

Con i nuovi scivoli, la famigerata riforma delle pensioni, la Quota 100, si raggiungerà a meno di 62 anni. In questo modo si potrà favorire il turnover

Tutti i nodi vengono al pettine. Finalmente, il Governo avrebbe trovato (il condizionale è d’obbligo) una soluzione definitiva per la famigerata riforma delle pensioni. La cosiddetta Quota 100 è stata ufficialmente definita.

Non si tratterà, però, di una Quota 100 vera e propria. Più di una “quota 97“, o se preferite di una “quota 100-3”. Dal 2019, infatti, verrà offerta la possibilità di lasciare il lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi, in via sperimentale, e solo per tre anni. Dopo di che il meccanismo dovrebbe essere superato dalla riduzione a 41 del requisito contributivo per la pensione anticipata, già oggi in vigore.

L’obiettivo della misura è chiaro. L’intento è quello di liberare lavoratori prossimi alla meta ma non ancora al traguardo e consentire così il ricambio generazionale negli uffici, nella pubblica amministrazione e nelle fabbriche.

Quest’ultima parte dello schema, però, sarebbe il vero punto cardine della questione. Infatti, non sarebbe affatto garantita, e dunque il Governo avrebbe pensato ad un paio di mosse da attuare, per dare una spinta a questo maxi-turnover che si dovrebbe concretizzare.

Finanziamento volontario

La prima mossa che il Governo vorrebbe effettuare per integrare la quota 100 sarebbe il finanziamento volontario da parte dei fondi di solidarietà. Questi ultimi sono gestiti da imprese e sindacati.

In questo modo, nei casi limite, un lavoratore potrebbe andare in pensione con 62 anni di età e 35 di contributi, oppure a 59 anni e 38 di contributi. Le combinazioni possibili sarebbero decine ma tutte, senza alcuna eccezione, dovrebbero rispettare un principio. Ovvero incentivare un individuo che, nell’arco di tre anni, sarebbe comunque destinato a raggiungere Quota 100 con le proprie forze.

Un’altra condizione fondamentale, da parte dell’azienda, sarebbe quella di assumere un lavoratore giovane per sostituire il pensionato. In alternativa, si dovrebbe stabilizzare un precario già presente nella pianta organica. Questo schema, ovviamente, non avrebbe alcun costo a carico delle casse dello Stato.

Il coinvolgimento di CDP

Il secondo pezzo della strategia, invece, prevede l’entrata in scena di un nuovo attore: Cassa Depositi E Prestiti. Quest’ultima dovrà garantire uno sgravio contributivo per incentivare anche in questo caso il reclutamento di lavoratori all’interno di strutture aziendali interessate da massicci esodi previdenziali.

Quota 100, che prevede una copertura di 3,97 miliardi nel 2019, che salgono a 8 nel 2020-21, interessa infatti una platea potenziale di 315 mila lavoratori di cui circa il 40% (123 mila) nel pubblico impiego. Un’uscita di massa potrebbe mandare in tilt l’intero sistema lavorativo. Proprio per questa ragione peraltro il Governo sta predisponendo meccanismi piuttosto rigidi.

Gli statali più rapidi a salire a bordo di Quota 100 saranno coloro che hanno maturato i requisiti a Dicembre 2018. I quali dovranno comunque attendere Luglio 2019. Se non addirittura Ottobre, perché se le domande di pensionamento anticipato dovessero essere eccessive, le finestre potranno essere posticipate di altri tre mesi.