Uno dei più grandi scrittori americani di sempre, Philip Roth, si è spento a 85 anni in seguito a un’insufficienza cardiaca congestizia
Philip Roth è morto all’età di 85 anni. Considerato uno dei più grandi
scrittori americani di sempre, è deceduto a causa di un’
insufficienza cardiaca congestizia, una malattia cronica che indebolisce il cuore. La morte è avvenuta questa notte, come ha fatto sapere il suo biografo,
Blake Bailey, scrivendo un post su
Twitter poco dopo le 5 di questa mattina.
La vita
Philip Roth era nato il 19 marzo 1933, in una famiglia piccolo borghese ebrea, a Newark, nel New Jersey. Qui aveva ambientato alcuni dei suoi romanzi più importanti. Fra questi, infatti, si trovano
Pastorale americana del 1997,
Ho sposato un comunista del 1998, e
La macchia umana del 2000. Questi tre romanzi, inoltre, fanno parte della
Trilogia americana che racconta storie americane ordinarie e insieme tragiche ed esemplari. Negli ultimi 60 anni Philip Roth scrisse
31 libri, tra cui
27 romanzi. L’ultimo,
Nemesi, era stato pubblicato nel 2010. Invece, il suo primo romanzo era stato
Addio, Columbus, pubblicato nel 1959. Nel novembre del 2012 Roth aveva annunciato che avrebbe smesso di scrivere. Da allora, infatti, ha vissuto da solo a
New York, leggendo molto, incontrando amici e guardando qualche partita di baseball. Roth si sposò due volte. La prima nel 1959, con
Margaret Martinson, una donna divorziata con una figlia che l’aveva convinto di essere incinta di lui. I due si separarono nel 1963, ma lei continuò a tormentarlo fino a quando morì in un
incidente stradale. Nel 1990, invece, si sposò con la sua compagna da tanti anni, l’attrice
Claire Bloom, da cui divorziò nel 1994.
I romanzi
Tra i tanti, il romanzo che gli fece avere il più grande successo fu
Lamento di Portnoy, pubblicato nel 1969. Si tratta di una tragedia e commedia personale, raccontata dal protagonista Alexander Portnoy al proprio analista. Il libro, infatti, divenne un vero e proprio
best seller e spaccò la critica. Roth veniva da una
famiglia ebraica di prima generazione. Infatti, egli ha rappresentato costantemente nei suoi libri l’identità ebraica. A tal proposito, il libro che l’ha affrontato forse più direttamente è
Complotto contro l’America, del 2004. Philip Roth vinse moltissimi
premi letterari, tra cui due
National Book Award e il
Pulitzer per la narrativa. Invece, non vinse mai il Premio Nobel. Inoltre, nel 2010 l’allora presidente statunitense Barack Obama gli consegnò la
National Humanities Medal, la più importante onorificenza americana per chi ha ampliato la conoscenza della natura e dello spirito umano. Infine, dai suoi romanzi sono stati tratti
adattamenti teatrali e otto
cinematografici, tra cui
La macchia umana, diretto da Robert Benton nel 2003, e il recente
American Pastoral, il primo diretto dall’attore scozzese Ewan McGregor.