Pocahontas, il primo “non sempre felici e contenti” ma “la vita continua”

Pocahontas è il 33° Classico Disney, uscito nelle sale nel 1995. Per la prima volta i Walt Disney Studios producono una pellicola che si basa su storie realmente accadute, e conclude il suo cartone senza il solito “e vissero per sempre felici e contenti” bensì con un “la vita continua”

Pocahontas fu una nativa americana nata sul tramontare del XVI secolo. Salvò la vita dell’esploratore inglese Jon Smith e la sua storia, divulgatasi senza documenti scritti, diventò leggenda e fonte d’ispirazione.

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Più dramma e meno intrattenimento, ma restano le canzoni

C’è da stupirsi però che, nel pieno del suo Rinascimento, lo studio Disney decise di abbandonare momentaneamente la narrazione del vissero per sempre felici e contenti per affrontare una storia innanzitutto accaduta realmente, in secundis discostandosi dagli elementi della fabula per dare vita a un vero e proprio drama.

Nonostante cinque lunghi anni di produzione per animare la pellicola, e un riscontro decisamente inferiore al kolossal uscito precedentemente (Il Re Leone, il ricordo nella luce di una stella), Pocahontas rappresenta una piccola rivoluzione intera al mondo Disney.

Torna il protagonista femminile, dopo La Sirenetta e La Bella e la Bestia, e allo stesso tempo torna una donna che si oppone alle scelte degli uomini, anche in questo caso nell’ambito dell’unione in matrimonio, come già visto con Jasmine in Aladdin. Pocahontas non è una regina né tanto meno una vera e propria donna, ciò che infatti ricerca è semplicemente capire chi è e cosa vuole.

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Seguirà il vento, insieme allo spettatore che non potrà non farsi trascinare da un film maturo e drammatico. Le canzoni infatti risultano essere più che un accompagnamento o un approfondimento dei sentimenti e dei personaggi. Sono infatti un inno alla natura, al rispetto verso il diverso e il nuovo. Tematiche che decisamente non ricorderete per l’intrattenimento. Ma Pocahontas rappresenta uno dei lavori, cinematograficamente parlando, migliori dello studio Disney fino al 1995.

Il progresso cinematografico ma un successo minore de Il Re Leone

Ciò che resta è una delle fotografie migliori mai viste in un film d’animazione. Gli sfondi e le ombre sui volti dei personaggi ci anticipano sempre cosa sta per avvenire, in una storia che trascende di climax fino a giungere al conflitto finale dove ogni personaggio troverà le proprie scelte e il proprio destino.

Non di livello inferiore sono le canzoni e la colonna sonora. Gli Oscar del 1996 premiarono infatti Pocahontas nelle 2 categorie, e come miglior canzone originale fu premiata Colors of the Wind, canzone che Pocahontas canta a Jon Smith nei loro confronti tra razze.

Il razzismo e l’odio nei confronti del diverso è infatti tema ricorrente della pellicola. Si arriva a chiamarsi persino “barbari” l’un l’altro. Marcando ed evidenziando come le due razze non riescano a comprendersi viste le abitudini e le culture nettamente differenti. Alla fine né lo spettatore né i due personaggi principali si schiereranno con i pellerossa o con i visi pallidi, ma accetteranno le diversità altrui e cercheranno di imparare che al mondo non siamo tutti uguali.

Una tematica che trova le sue ragioni anche quest’oggi, segnale che la Disney ci abbia visto lungo come non mai, sorprendendo il suo pubblico prettamente family friendly con una pellicola di grande maturità, sviscerando una delle donne più amate della storia dell’America e non solo.

Redazione ZON

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