In Polonia la Corte Costituzionale ha approvato una risoluzione per la quale non sarà più possibile effettuare l’aborto anche se il feto presenta gravi malformazioni. Il paese sarà l’unico in Europa (insieme a Malta) a contemplare le più restrittive e punitive misure sul tema dell’aborto. La motivazione che ha spinto la Corte Costituzionale polacca ad emanare questa risoluzione risiederebbe, come dichiarato dallo stesso organo, nella tutela al “diritto alla vita”.
Quello che accade in Polonia è per le donne un ulteriore passo indietro. D’ora in avanti sarà consentito abortire solo in casi di stupro, incesto o minaccia alla salute e alla vita della madre. Casi, che secondo le stime di Reuters, rappresenterebbero soltanto il 2% circa delle interruzioni legali di gravidanza effettuate negli ultimi anni.
A spingere per l’approvazione della sentenza è stato il Partito della legge e della giustizia (PiS), attualmente al governo in Polonia. La sentenza ora emessa dà alla maggioranza di governo il via libera ad approvare un disegno di legge per criminalizzare l’aborto dei feti malformati. La legge entrerà in vigore solo dopo essere stata confermata dal presidente Andrzej Duda. Tuttavia, il capo dello Stato conservatore ha già dichiarato il suo sostegno al progetto di legge, scrive lo Spiegel. Non sono mancate le proteste e le critiche da parte dell’opinione pubblica fortemente contraria alla disposizione.
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