Ponte Morandi, la storia continua. Autostrade per l’Italia ha messo a punto un piano di demolizione per il ponte crollato a Genova e vuole aprirsi a Cdp e ad incontrare Renzo Piano, ma rifugge dall’idea della nazionalizzazione.
Luigi Di Maio afferma che ad avviare le opere di ricostruzione debba essere il concessionario, ovvero Autostrade, anche se un’altra ditta statale potrà occuparsi dei lavori.
Il governatore Giovanni Toti però non è di questo avviso: “Nazionalizzare è il rimedio sbagliato: quando ci furono guai sulla Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada era pubblica”.
Il Commissario di Emergenza per la ricostruzione afferma che, qualunque decisione venga presa, è necessario non ritardare i lavori per il ponte ed anzi, cercare anche di rivedere la Gronda.
La nazionalizzazione non piace ad Autostrade, ma il capo pentastellato ha rifiutato l’accordo con la Cdp ed ha anche disposto l’arresto di tutti i firmatari, affidandola a Fincantieri.
L’amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci ha spiegato a La Repubblica che: “Non c’ alcun progetto in alcun contratto. Posso dire, tuttavia che la cooperazione con fondi di investimenti istituzionali anche di matrice pubblica e con obiettivi di lungo termine fa parte del nostro dna”.
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