Film in bianco e nero del 1941, scritto, diretto, prodotto e interpretato dal noto sociologo Orson Welles. “Quarto Potere” (Citizen Kane) è uno dei film più importanti della storia del cinema
Nel 1787, durante una seduta della Camera dei Comuni, in Inghilterra, un deputato si riferì ai giornalisti politici presenti dicendo:
“Voi siete il quarto potere”. All’interno di un paese democratico,
basato sui poteri quali il legilastivo, l’esecutivo e il giudiziario si aggiunge simbolicamente un cosiddetto Quarto Potere. L’omonimo film, il cui titolo originale è
Citizen Kane, è una pellicola del 1941 che nel
tempo è diventata
cult del
cinema, vista l’originalità e l’innovazione che ha portato nel rappresentare l’importanza dei
mezzi di comunicazione. “Bene o male, purché se ne parli”
Quarto Potere rappresenta innumerevoli innovazioni della tecnica cinematografica, sia dal punto di vista della regia che della sceneggiatura. Non è da meno neppure la
tematica, considerato come uno dei primi film il quale vero e proprio protagonista è la
comunicazione. Il magnate
Charles Foster Kane è ispirato in gran parte alle vicende realmente accadute di
William Randolph Hearst, noto personaggio del campo industriale e dell’editoria,
sino ad arrivare alla politica. Un personaggio intrappolato nel limbo tra l’amore e l’odio dell’opinione pubblica, effetto scatenante di modus operandi comunicativo come il
“bene o male, purché se ne parli”. Il Potere della Comunicazione
Quarto Potere introduce il personaggio di Kane raffigurandolo nei suoi ultimi istanti di vita. Kane infatti muore pronunciando la parola
“Rosabella” (“Rosebud”), una parola dal significato misterioso che scatenerà l’interesse e la curiosità dell’editoria. Le vicende mostrate nel film non sono altro che
flashback che sviscerano i momenti più importanti della vita di Kane.
Il suo carattere, il suo percorso, i suoi successi, vengono raccontati attraverso molteplici e contrastanti punti di vista.
Un’enorme rivoluzione narrativa che Quarto Potere va ad opporre al cinema classico. La sceneggiatura fornitaci, infatti, rappresenta il cinema moderno, stravolgendo la linearità temporale degli eventi, introducendo salti indietro nel tempo.
Quarto Potere porta novità e rivoluzioni anche nel comparto registico. Vengono infatti introdotte per la prima volta la
profondità di campo e i
piani sequenza. Rispettivamente, la prima tecnica permete la messa a fuoco dell’intera inquadratura fornendo dettagli e particolari scenografici. La seconda, invece, è la ripresa di un’intera sequenza (solitamente almeno mezzo minuto) senza neppure uno stacco della macchina.
Gesti tecnici che Orson Welles ebbe il coraggio di portare sulla realtà del cinema. Mai come con Quarto Potere la democrazia trova il suo spazio nell’espressione cinematografica. Tematica innovativa e consacrazione temporale
Quarto Potere è un giallo metafisico da uno spessore tematico mai visto fino al 1941. Il protagonista Kane viene narrato e mostrato allo stesso tempo,
miscelando i punti di vista di altre persone che lo hanno conosciuto, sino a creare un personaggio tutt’ora emblematico e con più di un punto interrogativo nel curriculum. Il mistero di
Rosabella porta i cinegiornali del tempo a sviscerare fino alle radici dell’esistenza di Kane, cercando di unire i punti e incastrare i pezzi di un mosaico sconosciuto e misterioso. Una denuncia al
sogno americano, raffigurando Kane come un bambino che desidera essere solo tale. Lo dimostra lo slittino che rappresenterà l’
inizio e la
fine di questa splendida pellicola. Un bambino che all’improvviso si ritrova a essere erede, industriale, capo-redattore, politico e finisce per diventare
un uomo triste e incapace di amare. Ma incapace non per causa di un cuore freddo, ma a causa di un cuore che non ha mai realmente conosciuto l’amore. Senza neppure sapere cosa significhi
combattere per qualcosa in cui si crede. Un dramma che porta Kane a isolarsi in mezzo ai suoi tanti oggetti,
perdendo le elezioni e le sue spose. Una morte che rappresenta la morte del
cinema classico per lasciar spazio al
cinema moderno. Non c’è un protagonista da amare, non c’è un lieto fine, non c’è una trama lineare,
c’è l’interpretazione dello spettatore che per la prima volta diviene importante nei confronti di un film. Un solo Oscar per quei tempi, le origini di ciò che conosciamo oggi
Quarto Potere fu candidato a 9
Premi Oscar riuscendo a vincere solo per
la miglior sceneggiatura originale, dimostrazione di come un film talmente innovativo per quei tempi non fosse semplice da contemplare.
Orson Welles fu contemporaneamente candidato per le abilità da attore, regista e sceneggiatore. Una democratica marcazione del potere comunicativo all’interno delle società: i
l potere di comunicare la vita degli uomini ad altri uomini che leggono e traggono ispirazioni dalle forme arte del Quarto Potere. Un Potere che cresce di giorno in giorno ma che probabilmente
prende vera voce nel 1941, in un film in bianco e nero che all’epoca non fu capito fino in fondo. Quarto Potere è l’origine della comunicazione, quella comunicazione che sancisce l’importanza della comunicazione stessa.