Quentin Tarantino: 10 film da vedere se amate il regista di Pulp Fiction
Zon.it vi propone una lista di film da vedere se amate lo stile di Quentin Tarantino. Uno stile inconfondibile, pulp, degno di un’icona del cinema
Quentin Tarantino. Un nome, un’icona. Il regista è sicuramente uno dei più amati nel mondo del cinema, proprio per via del suo stile inconfondibile, pulp, che ne ha fatto uno status symbol degli anni ’90.
Film come Le Iene, Pulp Fiction, Bastardi Senza Gloria e Django Unchained hanno delineato e impresso per bene la figura del regista nell’immaginario collettivo globale. Scene di violenza, humor nero e gore, supportate da sceneggiature semplicemente perfette (e di questo se ne parla sempre troppo poco) ed ecco che Quentin Tarantino prende vita.
Stile unico, ricalcato ed emulato da molti registi (anche e soprattutto orientali) che hanno ricalcato le onde dei film di Quentin. In attesa di Once Upon A Time In Hollywood, dunque, vi proponiamo 10 film da vedere se vi manca il folle regista del Tennessee.
Trilogia Della Vendetta – Park Chan-Wook
Partiamo subito con il regista che forse più deve il suo stile al Mr. Brown de Le Iene, ovvero Park Chan-Wook. La sua Trilogia Della Vendetta, composta da Mr. Vendetta (2002), Old Boy (2003) e Lady Vendetta (2005), è una completa epopea di odio, che rappresenta un’umanità completamente distrutta e lacerata (Kill Bill legit).
La magia di Park Chan-Wook (magistrale autore coreano, uno dei migliori) sta tutta nel far immedesimare lo spettatore con i vari protagonisti, seppur gli stessi siano moralmente corrotti. Aggiungete, poi, una componente gore/pulp meravigliosa (la scena di Old Boy, dove il protagonista si taglia la lingua con una forbice, degna di Tobe Hooper) e il gioco è fatto.
Dei tre, Old Boy, presentato al Festival di Cannes nel 2004, vince il Gran Prix Speciale Della Giuria, presieduta proprio da Quentin Tarantino. Lo stesso dichiarerà una frase fortissima: “Questo è il film che avrei sempre voluto fare.”
What else?
Izo – Takashi Miike
Passiamo ad un altro grande film e un altro grande regista. Takashi Miike è una sorta di vera e propria “divinità” per Tarantino, che da sempre lo considera uno dei migliori registi contemporanei.
Izo è uno dei suoi film più sperimentali. Ispirato alla storia di Izo Okada, samurai del XIX torturato e crocifisso, narra di questo samurai che è costretto a viaggiare nello spazio e nel tempo, uccidendo tutti coloro che incontra sul suo cammino.
Inutile dire perché Tarantino lo ami. L’opera è stilisticamente iper-violenta, brutale e quanto di più sperimentale possibile. Alla prima proiezione pubblica, avvenuta al Festival di Venezia, il pubblico lasciò la sala perplesso e in silenzio.
Indovinate chi fu l’unico che si alzò in piedi e applaudì calorosamente? Indovinato: proprio Tarantino.
Battle Royale – Kinji Fukasako
Altro film che Quentin Tarantino “avrebbe tanto voluto fare”. Battle Royale, altra perla asiatica, è l’ultimo film diretto da Kinji Fukasako e tra i protagonisti è presente il regista Takeshi Kitano (noto per la trasmissione Takeshi’s Castle).
Il film ha luogo in un futuro prossimo dove si ha una drastica diminuzione dell’autorità degli adulti. Per diminuire la criminalità giovanile le autorità impongono la Millenium Educational Riform Act. Una classe a caso delle superiori viene estratta e portata in un posto remoto dove si svolgerà una battaglia all’ultimo sangue. Solo l’ultimo a rimanere in vita avrà il permesso di tornare a casa.
Il film è crudo, diretto, con la solita dose di violenza. Ma è anche filosofico: infatti, esplica come i legami affettivi vengono, purtroppo, meno quando c’è in ballo la sopravvivenza.
Tarantino, dopo la visione, dichiarò: “Se c’è un film che è stato girato, da quando sono regista, che vorrei aver fatto, è questo.”
Cani Arrabbiati – Mario Bava
Veniamo al cinema italiano. Veniamo ad un regista che si può considerare il più grande regista horror italiano di tutti i tempi: Mario Bava. Cani Arrabbiati, però, non è un horror, bensì un thriller d’azione.
Rozzo, sudicio, spietato e violento, riporta nuovamente all’immaginario creato da Quentin Tarantino nei suoi primi tre film: Le Iene, Pulp Fiction e Jackie Brown. Soprattutto con quest’ultimo, condivide una complessità di trama e un’intraprendenza a dir poco devastante, che vi terrà incollati sulla sedia.
Provare per credere.
Natural Born Killers/Assassini Nati – Oliver Stone
Qui, il buon Quentin Tarantino gioca in casa. Questo thriller frenetico, diretto dal mitico Oliver Stone (che con Tarantino condivide il nichilismo), è contraddistinto da numerosi flashback, montaggio serrato e l’uso del bianco e nero alternato ai colori.
A contribuire al tutto, ci sono anche le due interpretazioni geniali di Woody Harrelson e Juliette Lewis, nei panni di due criminali amanti. Una sorta di Bonnie & Clyde, ma nettamente più crudo e violento, con violenza e sangue che sprizzano da tutti i pori.
Ultimo appunto: la sceneggiatura del film l’ha scritta proprio lui, il nostro Quentin.
Una Vita Al Massimo – Tony Scott
Di palo in frasca. Passiamo ad un’altra sceneggiatura di Tarantino, questa volta molto più “di nicchia” e meno conosciuta. Una Vita Al Massimo, di Tony Scott (fratello di Ridley), però, è direttamente collegabile a Le Iene e Pulp Fiction, andando a costituire una sorta di “trilogia” de facto.
L’impronta di Quentin Tarantino non si vede tanto nel film e nell’opera registica (Scott ha uno stile abbastanza “statico”), quanto nella struttura dialogica. Quello tra Walken e il padre di Clarence è davvero geniale, merito di un Tarantino nel fiorire degli anni (il film è del 1993, tra Pulp Fiction e Le Iene).
Il cast è spettacolare (si va da Christian Slater, il leggendario Mr. Robot, a Patricia Arquette, passando per Gary Oldman e Val Kilmer) e la storia è incredibilmente “pulp”. Degno predecessore di Pulp Fiction ma, soprattutto, di Jackie Brown, che gli deve parecchio.
City Of God – Fernando Meirelles
Passiamo da un continente all’altro con una rapidità impressionante. City Of God, gioiellino brasiliano del 2002, diretto da Fernando Meirelles, si presenta come un film all’apparenza innocuo. Risulterà, però, poi, di una violenza allucinante.
Il film è uno spaccato della vita criminale all’interno delle favelas. Protagonista è il Trio Tenerezza, composto da Zè Pequeno (Leandro Firmino), Benè (Phelipe Haagensen) e Buscapè (Alexander Rodrigues). Con un ritmo e un montaggio tra Scorsese e Tarantino e una fotografia maniacale che scandisce il passare del tempo, regala uno scenario allucinante dell’underground brasiliano, impressionando tantissimo.
Grandissimo film.
I Saw The Devil – Kim Jee-Woon
Di nuovo in Corea. I Saw The Devil racconta nuovamente di una storia di vendetta (stile Old Boy). Rispetto al film di Chan-Wook, però, si contraddistingue per le atmosfere cupe e horror, oltre che per una regia altamente spettacolare e tecnica, che deve molto a quella tarantinesca.
141 minuti che passano in un batter d’occhio, intensi, pieni di paura, sangue e tensione. Consigliato anche per chi cerca una dimensione “horror”.
Slevin – Paul McGuigan
La doppiezza della trama è un’altra peculiarità del cinema di Tarantino. Personaggi che spesso non sono ciò che sembrano, che riservano colpi di scena inaspettati. Anche Paul McGuigan deve aver pensato a questo, quando ha girato il suo piccolo gioiellino Slevin.
Il lavoro risulta un gangster movie (che deve tanto anche a Scorsese) interessante, curato nella fotografia come nella regia, e con un cast d’eccezione. Ma il lavoro più importante, Smilovic lo compie nella sceneggiatura. Un revenge movie di cui non capiamo bene l’obiettivo e i risvolti, se non alla fine, dove i colpi di scena e il disvelamento dello scenario si rivelano perfetti e meravigliosi.
Degno del miglior Pulp Fiction. Thriller magistrale. Da segnalare un Josh Hartnett mostruoso, un Morgan Freeman in forma, un Ben Kingsley ispirato e un Bruce Willis freddo stile Pulp Fiction.
Recuperatelo.
Cane Mangia Cane – Paul Schrader
Chiudiamo con un film semi-sconosciuto, il cui nome del regista dirà qualcosa solo ai veri intenditori di cinema. Già, perché Paul Schrader è un genio, è colui dietro il capolavoro di Martin Scorsese, chiamato Taxi Driver.
Cane Mangia Cane è la storia di tre criminali (Nicolas Cage, Willem Dafoe e Christopher Matthew Cook) appena scarcerati a cui capita un gran colpo. La rapina ha come obiettivo la figlia di un uomo d’affari, ma ovviamente tutto andrà storto.
In mezzo ad echi pulp e personaggi grotteschi (in piena linea con lo stile di Tarantino), Schrader gira un film clamorosamente bello. Il finale, poi, risulta evocativo e di una potenza visiva stupefacente. Recuperate anche questo.
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