Quota 100: tre possibili scenari dopo il 2021
Quota 100 è il temporaneo sistema pensionistico italiano, in scadenza nel 2021. Cosa succederà poi? Tre modelli di flessibilità
Quando sarà archiviata l’annosa questione della Manovra Finanziaria (qui il punto definitivo), esecutivo giallo-rosso e parti sociali torneranno a discutere sulle soluzioni per uscire da Quota 100, il sistema pensionistico adottato in maniera temporanea dall’Italia e in scadenza nel 2021.
Come potrebbe cambiare il sistema pensionistico del nostro Paese? Nella discussione fitta di questi mesi sono emerse almeno tre possibili alternative, tutte ispirate però da una sola parola chiave: flessibilità
Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali, aveva per esempio proposto un sistema di flessibilità in uscita che, restando sul modello Quota 100, prevedesse una penalizzazione economica da calcolare sul numero di anni di anticipo.
Seconda strada è invece quella proposta da Marco Leonardi, già consigliere dell’ex Premier Paolo Gentiloni: un sistema pensionistico flessibile modellato sull’opzione donna (64 anni di età e 36 di contributi) con l’inserimento di Ape sociale per alcune categorie quali: i lavoratori licenziati in tarda età, i diversamente abili, e i lavoratori con a carico parenti non autosufficienti, oltre che i lavoratori che svolgono mansioni usuranti. Anche in questo caso, gli anni di anticipo graverebbero come costo sul richiedente.
C’è infine la proposta del Presidente Inps Pasquale Tridico che intenderebbe porre l’accento sui coefficienti di gravosità: in pratica, più è pesante la mansione che svolgi, più hai possibilità di andare in pensione prima.
Una strada che in qualche modo già il Ministro Nunzia Catalfo intende percorrere con l’Istituzione di una Commissione per i lavori usuranti, che punti ad ampliare la platea di mansioni già protette da Ape sociale, o già dichiarati usuranti da leggi precedenti.
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