24 Luglio 2020 - 12:41

Recovery Fund, Meloni: “Sì alla collaborazione, ma con condizioni”

Giorgia Meloni Superbonus

La vittoria in Europa per il Recovery Fund è durata poco perché le opposizioni lanciano i loro appelli. Giorgia Meloni mette in chiaro le sue condizioni

Giorgia Meloni è fiera di aver sostenuto il governo italiano alle trattative europee per gli accordi sul Recovery Fund ma ciò non significa che Fratelli d’Italia non combatterà per portare avanti le sue richieste. La Meloni sostiene di aver fatto il bene “dell’Italia, perché a differenza della sinistra noi siamo sempre patrioti: se c’è un italiano a rappresentarci in un consesso internazionale, noi siamo con lui, anche se non è dei nostri.

Non voteremo nulla a scatola chiusa. Abbiamo già votato due volte per uno scostamento complessivo di 80 miliardi, senza essere consultati e con le nostre proposte buttate nel cestino. Abbiamo visto sprechi denaro per bonus ai monopattini e spese del tutto improduttive. Adesso basta. Poniamo condizioni per il Recovery Fund.”

Quali sono le condizioni

Saranno 4 i temi sui quali bisognerà contrattare con il Governo per decidere i piani per il Recovery Fund. La Meloni sostiene fortemente: “Il tema cruciale è il sostegno all’occupazione. Quando finirà la cassa integrazione, che anche noi finora abbiamo sostenuto, rischiamo un’ecatombe occupazionale. Per questo la nostra proposta è concedere una premialità agli imprenditori che, pur potendo usufruire della CIG, non lo fanno: lo Stato riconosca il sacrificio, riconoscendo una riduzione del carico fiscale e contributivo pari all’80% di quanto sarebbe costata alle casse pubbliche la CIG di quella azienda. Inoltre, si potrebbero ridurre del 50% i contributi a carico del datore di lavoro che abbia subito una perdita del fatturato di almeno il 25% nel primo semestre del 2020.”

In più “Bisogna intervenire in ambito fiscale: non si possono pagare tasse su soldi non incassati. Chiediamo di rinviare le scadenze e ricalcolare i tributi sulla base dei fatturati del 2019 e del 2020 unificati. Si paga a Giugno del 2021 sugli utili del biennio. Come fossero un unico anno fiscale. E se il criterio che deve ispirare tutto è concedere la massima libertà di impresa, il terzo punto è il sostegno diretto al tessuto produttivo: servono contributi a fondo perduto. Un’idea è che chi ha avuto almeno il 25% di calo del fatturato possa trattenere il 50% dell’Iva emessa fino a un massimo di 100mila €. Questo è un meccanismo virtuoso che incentiva la produzione di ricchezza ed è anche un mondo per favorire l’emersione.”