23 Aprile 2020 - 11:30

Recovery Fund, trovato accordo. Oggi vertice per gettare le basi

vicenza recovery fund Recovery Plan

L’accordo sulla nascita del Recovery Fund c’è, i leader europei dovranno solo decidere i principi. Ma sono ancora incerti i suoi contenuti

Il nuovo vertice europeo si terrà in un’aria di speranza mista a tensione. L’accordo sulla nascita del Recovery Fund sembra però essere stato raggiunto. Oggi i 27 rappresentanti dei paesi membri discuteranno in  videoconferenza sui principi per far nascere il Recovery Fund. I contenuti di questo fondo di recupero che la Commissione europea presenterà il prossimo 29 aprile sembrerebbero però ancora incerti. Da qui scaturisce la paura che anche questo incontro non possa portare a decisioni certe. La presidente Ursula von der Leyen sarebbe disposta a mettere sul tavolo una proposta da 1.600 miliardi. Questo progetto incontra il favore di Spagna, Francia e Italia. Per il vertice invece è scontata l‘approvazione dei tre pacchetti approvati dall’Eurogruppo: il MES (per gli stati), Sure (per i lavoratori), BEI (per le imprese).

Il gruppo che si riunirà oggi presenta una grande spaccatura tra chi chiede di affrontare la situazione economica con strumenti europei già esistenti e chi chiede l’approvazione di strumenti innovativi. Sarà il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel a gestire queste divisioni. Il presidente Michel vuole adottare la linea della cautela evitando di  mettere sul tavolo argomenti molto divisivi che rischierebbero di far saltare l’accordo. Per questo motivo già a inizio settimana ha cominciato a mediare, convocando un minivertice a cinque con i leader delle due fazioni: Giuseppe Conte, Pedro Sanchez, Emmanuel Macron da una parte, Mark Rutte e Angela Merkel dall’altra. Già il fatto che tutti abbiano partecipato è un segnale di disgelo, visto che due settimane prima il tentativo era fallito.

L’Italia insisterà affinché il Recovery Fund previsto sia sotto forma di trasferimenti a fondo perduto, e non prestiti, per “evitare un peso eccessivo sul peso pubblico dei singoli Stati“, come dichiara il ministro Gualtieri.