Matteo Renzi non frena la sua ira e dopo le minacce dei giorni scorsi scrive su Facebook una lettera al Presidente del Consiglio. Due sono le richieste contenute nella lettera: l’utilizzo dei fondi del Mes e l’opposizione alla gestione delle risorse del Recovery Fund.
Matteo Renzi incalza: “Noi Ti abbiamo detto in Parlamento“, rivolgendosi a Conte, “che quando un Paese può spendere 209 miliardi di € non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al governo. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di euro sono l’ultima chance che abbiamo”. In questo senso si congelano ulteriormente i rapporti tra Italia Viva e le forze di maggioranza, ma ormai si ha come l’impressione che i social abbiano monopolizzato il mondo della politica. Alle discussioni parlamentari, pensate ormai come consuetudine del nostro ordinamento, si sostituiscono i dibattiti sui social network.
Se prima dell’avvento dei social media il dibattito parlamentare o una sopravvenuta crisi di governo venivano trattate con solenni prassi istituzionali oggi vengono addirittura anticipate da un semplice tweet o un post su Facebook, di modo che tutte quelle prassi non diventino altro che cerimonie formali. Si potrebbe obiettare che i messaggi veicolati sui social raggiungano molte più persone instaurando un rapporto più diretto con il pubblico, ma il mondo digitale risulta alquanto fallace. Esso infatti non permette una vera mediazione critica e nessun confronto, senza dimenticare che non rispecchiano l’eterogeneità della società riproponendo così una realtà distorta.
Per Matteo Renzi i social però stanno diventando un’arma a doppio taglio. Il “one show man” ha stravolto la comunicazione politica sui social riuscendo a coinvolgere una grande fetta dell’elettorato. Ma il senatore fiorentino ormai sembra aver rinunciato al confronto parlamentare, dopo il rinvio dell’incontro tra il governo e i rappresentanti di Italia Viva, ha preferito pubblicare una lettera sui social mentre l’opinione pubblica resta in balia di molteplici dubbi.
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