La storia e il ricordo di Massimo Riva “fratello” di Vasco Rossi

Ad ogni concerto Vasco Rossi ricorda l’amico, anzi il “fratello”, Massimo Riva sulle note di “Canzone”. Ecco la storia di Massimo prematuramente scomparso a 36 anni

Ieri sera su Rai 1 è andato in onda il celebrativo concerto dei record: “Vasco Modena Park“. Vasco Rossi ha ricordato, come fa in ogni concerto, “suo fratello minore” Massimo Riva.

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Massimo era il mio fratello minore era anche venuto a vivere insieme a me, sul palco lui era il mio Keith Richards. Quando se ne è andato l’ho vissuto un po’ come un tradimento, ma Massimo è vissuto e se ne è andato come ha voluto. Lo ricordo ogni volta, una parte di lui vive ancora oggi dentro di me, quindi non se ne è mai andato del tutto“.

Chi era

Massimo Riva nacque a Bologna il 27 febbraio 1963, ma l’infanzia e l’adolescenza le trascorse a Zocca, luogo in cui ha vissuto anche Vasco Rossi. Fin da piccolo si è appassionato alla musica rock e in particolare alla chitarra, che iniziò a studiare fin da subito. Conobbe Vasco a “Punto Radio”, una tra le prime radio libere d’Italia fondata proprio da il Blasco. Da qui in poi nacque quel legame indissolubile che tutti noi conosciamo.

Massimo Riva proverà anche una carriera autonoma da cantautore, riscuotendo un discreto successo. Una separazione che, come la sorella Claudia aveva raccontato al Mattino, Vasco concepì come una sorta di tradimento: “Vasco lo visse come un tradimento il fatto che Massimo e la Steve Rogers Band scegliessero un percorso autonomo, ma rimasero amici, non si lasciarono mai, anzi, pur non suonando dal vivo insieme, nacquero le loro canzoni più belle, chiusi in una villa veneta“.

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Nel 1993 pubblica il suo primo album da solista, “Matti come tutti, seguito nel 1995 da “Sangue nervoso“. Ha scritto insieme a Davide Civaschi il brano “Dentro di me”, presentato al Festival di Sanremo 1995 da Mara nella sezione “nuove proposte”, arrivando alla finale.

Il successo fu discreto, ma alcuni anni dopo arrivò la morte improvvisa. Era il 31 maggio del 1999 e Massimo Riva morì a causa di una crisi respiratoria dovuta a un’iniezione di eroina. Una morte che ha legato indissolubilmente la figura di Riva alla leggenda del Blasco e tutto ciò che ha a che fare con il suo mondo.

Una delle sue canzoni più conosciute “Vivere” nacque proprio da un improvvisato e ripetuto accordo che fece Massimo Riva e un provocante “na -na-na” di Tullio Ferro, durante un breve soggiorno dei tre a Villa Condulmer.

Lucia Romaniello

Intuitiva, tenace, energica e sincera. Ho conseguito la laurea in "Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo" presso l'Università degli Studi di Salerno e sono una giornalista pubblicista. Amo profondamente la musica perché, come direbbe un grande Maestro, ci insegna la cosa più importante: ascoltare.

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