1 Ottobre 2021 - 15:42

Pensioni, le ipotesi della Camera per la riforma nel 2022

pensioni evasione

Riforma delle Pensioni, avviata la discussione alla Camera. Presentate sul tavolo le varie proposte per salutare Quota 100

L’addio a Quota 100 è ormai ufficiale e la Camera mette sul tavolo le proposte per varare una nuova riforma del sistema pensionistico. “Quella delle pensioni è una discussione che non si può più rinviare, dopo quota 100 è necessario adottare uno strumento adeguato perché lasciare lo schema troppo rigido, senza nessun tipo di intervento, rischia di penalizzare le donne e tutti quei lavoratori impegnati in lavori che ancora oggi non sono considerati gravosi”– ha affermato Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania.

Quota 97, la proposta di Forza Italia

Prevede l’uscita anticipata a 62 anni di età con 35 anni di contributi, ma con penalizzazioni pesanti sull’assegno, fino ad arrivare alla pensione di vecchiaia. In pratica dai 62 ai 66 anni (l’età per la pensione di vecchiaia è fissata oggi a 67 anni) si può andare in pensione a patto che si abbiano almeno 35 anni di contributi, ma a ogni anno di anticipo corrisponde una penalizzazione sull’assegno a carico dunque del lavoratore. Penalizzazione che potrebbe andare dal 2 per cento al 10 per cento, a seconda di quanti siano gli anni di anticipo: 

  • del 10% per l’uscita a 62 anni (Quota 97);
  • dell’8% per l’uscita a 63 anni;
  • del 6% per l’uscita a 64 anni;
  • del 4% per chi esce a 65 anni;
  • del 2% per l’uscita a 66 anni.

In pensione a 63 anni

Lo spunto arriva dagli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti, in vista del superamento di Quota 100. Esiste “un modo per riconciliare una maggiore flessibilità nell’età di pensionamento con la sostenibilità del sistema: si può andare in pensione quando si vuole, a partire da 63 anni, ma accettando una riduzione attuariale, che oggi si applica alla sola quota contributiva, sull’intero importo pensionistico, cosi come proposto dall’Inps 6 anni fa”, ragionano i due esperti. Oggi questo “significherebbe – spiegano gli economisti – una riduzione media di un punto e mezzo per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione offerta da quota 100; in futuro ancora meno dato che le generazioni che andranno in pensione nei prossimi anni avranno una quota contributiva più alta su cui la riduzione è già comunque applicata in caso di pensione anticipata”.