7 Ottobre 2015 - 00:24

Riforme, tagli anche all’esercito

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Previsti tagli all’esercito dalle nuove riforme, scontro fra il ministro del Tesoro Padoan e il sottosegretario alla Difesa, Rossi

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Il Ministero dell’Economia, al fine di “far quadrare i conti”, ha avanzato la proposta di nuovi tagli alle forze armate (il 3% del bilancio, dunque circa 478 milioni di euro). La questione è capire su quali dipartimenti andrà a incidere un simile provvedimento.

Si è già parlato di un primo taglio all’Arma dei Carabinieri, sul parco auto in particolare, ma, ciò che ha suscitato un’indignazione fortissima fra i generali è la chiusura dei finanziamenti legati allo sviluppo e all’ammodernamento dell’esercito.

Riforme, tagli anche all'esercito

Riforme, tagli anche all’esercito

La Difesa ha severamente rimproverato, al governo italiano, una forte cecità, dal momento che la crisi libica fa presagire una minaccia Isis incombente, per la quale sarebbe invece necessario un rinforzo delle risorse belliche.

A rappresentare la voce dei militari e a dirigere la protesta è Rossi, il quale si è espresso totalmente contrario ai nuovi provvedimenti sui tagli alle forze armate. Come egli stesso afferma: “Esprimo la mia profonda preoccupazione per la prossima legge di Stabilità (…), poiché non vi sono più margini di riduzione delle risorse disponibili senza rischiare d’incidere direttamente sull’efficienza delle forze armate, specie in un momento di massima esigenza di sicurezza (…).

Le riduzioni inciderebbero sull’addestramento del personale, sul mantenimento e ammodernamento dei mezzi, sulla sicurezza e protezione dei militari, come del resto sulle loro condizioni di vita (…), la Difesa si trova nell’impossibilità di ridurre ancora le spese, dopo aver già realizzato un processo di riduzione dei bilanci di una portata epica“.

Le riforme sui tagli alla Difesa saranno nuovamente al centro del dibattito politico nazionale. Esplose già la polemica sul dimezzamento dei cacciabombardieri F-35, risoluzione votata e voluta dalla Camera e dal capogruppo Gian Piero Scanu. Sondando gli umori di Montecitorio, sembra che il Ministero della Difesa continuerà in ogni caso la propria battaglia per l’aumento delle spese e degli investimenti in campo militare, ignorando, dunque, le richieste avanzate dal ministro Padoan.

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