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“Ah da quando Baggio non gioca più, non è più Domenica”. Una frase che riecheggia nella mente di nostalgici, degli amanti del calcio, per chi l’ha visto dal vivo o chi ne ha apprezzato i racconti. Roberto Baggio è una delle ultime perle rare del calcio italiano, che sedici anni fa calciò il suo ultimo pallone nella Scala del calcio.
L’abbraccio finale con Maldini, il suo volto pieno di emzioni. Immagini emblematiche che passano alla storia. Uno dei pochi calciatori amato e apprezzato da ogni angolo di tifoseria. Ha giocato con le più forti e ha fatto sognare le squadre meno blasonate. Il Brescia di Mazzone nel suo piccolo ha lasciato un grande pezzo di storia.
Per alcuni è stato il più forte italiano di tutti i tempi, ma non sono queste le cose che importano. Cadere in stupidi paragoni non può che far male al calcio, posto sacro in cui dovremmo limitarci soltanto di ammirare l gesta di erori come Baggio.
Il suo codino sventola ancora nel vento della Serie A e dopo sedici anni la sua eleganza non è ancora passata di moda e difficilmente lo farà.
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