Una situazione che si sta facendo insostenibile man mano. In Russia, tutto ciò che concerne la guerra con l’Ucraina si manifesta in un’opera di dissenso generale che cresce sempre di più. Vladimir Putin si sente sempre di più con l’acqua alla gola, nonostante l’innegabile potere che possiede. In un discorso alla nazione, il presidente del territorio est-europeo ha annunciato una mobilitazione “parziale” entrata in vigore già oggi.
Una mobilitazione che, in ogni caso, si differenzia da quella totale che solitamente viene messa in atto. La mobilitazione parziale in Russia prevede il richiamo di 300mila riservisti su 25 milioni, ossia, stando alle cifre divulgate dal ministro della Difesa Serghej Shoigu, “l’1% o poco più, l’1,1% della risorsa totale di mobilitazione”.
Shoigu ha poi spiegato che quest’ultima riguarda gli uomini che hanno già servito nell’esercito e sarà data preferenza a quanti hanno esperienza di combattimento e specializzazioni militari. Coloro che hanno già prestato servizio nell’esercito, hanno una specializzazione militare o esperienza di combattimento.
Secondo Andrei Kartapolov, capo della Commissione Difesa della Duma, i primi a essere mobilitati potrebbero essere i soldati e i capisquadra sotto i 35 anni e gli ufficiali minori sotto i 45 anni. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come avverrà.
I governatori sono stati incaricati di garantire la chiamata alla mobilitazione nella quantità e nei tempi stabiliti dal Ministero della Difesa per ciascuna regione. In Russia, dunque, Vladimir Putin sta lottando per la mobilitazione. In che cosa consiste, però, quest’ultima?
Finora, si sa che chi sarà mobilitato dovrà sottoporsi a un addestramento militare aggiuntivo prima di essere inviato sul fronte, tenendo conto che si tratta di “un’operazione militare speciale”, ha precisato Putin.
La mancata comparizione al servizio militare o diserzione è punita con la reclusione fino a 10 anni “durante il periodo di mobilitazione o legge marziale, in tempo di guerra o in condizioni di conflitto armato o operazioni di combattimento”.
Ma a cosa serve la mobilitazione parziale in Russia?
La mobilitazione parziale, ha detto Shoigu, servirà a controllare la linea di contatto di 1.000 km e i territori che verranno verosimilmente ammessi dopo il referendum che si terrà nei prossimi giorni nelle Repubbliche popolari autoproclamate di Donetsk e Lugansk e nei territori di Kherson e Zhaporizhzhia.
“Naturalmente ciò che c’è dietro e ciò che c’è, lungo questa linea, deve essere protetto, questi territori devono essere controllati.” ha affermato Shojgu.
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