2 Novembre 2021 - 10:00

La Salernitana di Colantuono dopo il Napoli: una squadra in evoluzione

La sfida col Napoli prova che la Salernitana ha invertito la rotta finora tracciata. Il merito va al nuovo tecnico, che sta ancora costruendo

La Salernitana è una delle neopromosse di questa Serie A insieme a Venezia ed Empoli. Delle tre, però, è anche quella che ha cominciato peggio il suo cammino in massima serie. Per i granata, infatti, solo 7 punti in 11 partite, intervallate peraltro dall’esonero di Fabrizio Castori. L’allenatore marchigiano ha avuto il merito di riportare la Salernitana in Serie A dopo 22 anni, vincendo un campionato di Serie B nel quale le favorite erano altre compagini come Lecce e Monza. Il campo, però, ha dimostrato che il lavoro, la grinta e la tenacia a volte pagano di più rispetto al valore sulla carta dei nomi che una rosa può vantare.

E così Castori e i suoi ragazzi hanno compiuto un vero miracolo sportivo che la piazza di Salerno, tra le più calorose d’Italia, aspettava da anni e ha sempre dimostrato di meritare. Troppo piccoli i palcoscenici delle categorie inferiori per una tifoseria che anche in Serie C era più numerosa di quelle di squadre che militano in Serie A.

L’inizio del sogno… e dell’incubo

Anno nuovo, vita nuova si potrebbe dire. E così sarebbe dovuto essere, visto che con l’avvento della Serie A la Salernitana avrebbe dovuto avere una nuova proprietà. Lotito e Mezzaroma, infatti, avrebbero dovuto cedere le quote del club a terzi per via della normativa vigente in materia di multiproprietà. La cessione del club, tuttavia, è andata per le lunghe e ad oggi non si è ancora compiuta. Per il momento è stato istituito soltanto un trust affinché gli ormai ex co-patron potessero uscire di scena, permettendo quindi alla Salernitana di iscriversi al campionato, in attesa di ultimare la vendita.

Avere alle spalle un trust significa però non poter contare su fondi monetari importanti. Ed infatti l’allestimento della rosa non è stato questione semplice. Per cui la Salernitana si ritrova con un organico attualmente povero sia numericamente in alcuni ruoli, sia per certi versi qualitativamente. L’avvio di stagione, di conseguenza, non è stato dei migliori. Nelle prime 8 giornate di campionato la Salernitana ha collezionato solo 4 punti, frutto di un pareggio, una vittoria e ben sei sconfitte. Il tutto con Fabrizio Castori sulla panchina, meritevole della riconferma dopo l’ottima annata in Serie B. Il meccanismo perfetto dell’anno precedente, però, sembra avere dei problemi in Serie A. Il divario con le altre squadre è netto, il gruppo, forse a causa dei nuovi innesti (anche di spessore se pensiamo a Ribery e Bonazzoli) sembra non avere quella solidità che in precedenza lo aveva contraddistinto.

Qualche ingranaggio è fuori posto e nel calcio quando questo accade a pagare per tutti è l’allenatore. Probabilmente il calcio di Castori non era adatto alla massima serie, o forse lui poteva fare poco con quelle risorse. Sta di fatto che la sconfitta contro lo Spezia si rivela fatale per il tecnico marchigiano, che l’indomani viene esonerato.

Il cambio in corsa

Dopo l’ottava giornata di campionato esce Castori ed entra Colantuono. L’allenatore romano ritorna alla Salernitana, che 4 anni fa è stata la sua ultima esperienza in panchina. L’esordio di Colantuono è pessimo, con i granata che perdono 4 a 2 in casa contro l’Empoli. L’assurdo, però, è che dopo 15 minuti la Salernitana si ritrova già in svantaggio di tre goal. Tuttavia nella ripresa c’è qualcosa di diverso negli uomini di Colantuono. E a guardare quella partita oggi, dopo altri due turni di campionato, sembra rinvenirsi in quel secondo tempo contro l’Empoli il segnale di una svolta.

Dopo l’Empoli la Salernitana affronta in Venezia e il Napoli. Contro i lagunari vince, rimontando l’iniziale svantaggio del primo tempo. Contro i partenopei, invece, perde ma subisce una sola rete ed esce a testa altissima dal campo. La svolta c’è stata, è innegabile.

Al Penzo di Venezia la Salernitana gioca bene, produce occasioni da goal e alla fine riesce a farne due. Qualche sbavatura in fase difensiva resta, ma il calcio che ora giocano i granata è diverso (in positivo). La conferma arriva nella sfida casalinga contro il Napoli, derby campano molto sentito e gli spalti dello Stadio Arechi ne sono la dimostrazione. Più di 16 mila spettatori per vedere la propria squadra ultima in classifica sfidare Spalletti e i suoi ragazzi, che invece di quella classifica sono a capo. Una vera bolgia per 90 minuti che trascina a suon di cori la Salernitana verso una prestazione spaventosa, nella notte più paurosa dell’anno quale è quella di Halloween.

I granata subiscono infatti un solo goal dalla capolista, per giunta a causa di un errore individuale del portiere. I neopromossi si difendono bene, lasciano intelligentemente le fasce agli avversari perché sanno di non poter vincere lì lo scontro e possono permetterselo vista l’assenza di Osimhen. Gli errori non mancano, sia chiaro, tanto individuali quanto di tattica collettiva. Ma per aver affrontato la prima in classifica si può dire che la Salernitana ha concesso pochissimo e non solo per demeriti del Napoli. Sul piano offensivo, poi, la Salernitana ha mostrato coraggio. Più volte è venuta fuori dalla propria metà campo occupando quella del Napoli. Ha creato qualche occasione da goal e si può dire che ha messo in difficoltà gli azzurri un paio di volte. Il divario tecnico tra i singoli, poi, ha fatto la differenza.

Insomma contro il Napoli ci si poteva aspettare un pesante 4 a 0 come quello contro la Roma, ma così non è stato ed il merito è anche di Colantuono. Il tecnico ha saputo dare nuova linfa alla squadra, schierandola innanzitutto con un modulo diverso e operando scelte differenti rispetto al suo predecessore, ad esempio quella di optare per Zortea titolare e tenere in panchina Gagliolo. Soprattutto è diverso il calcio che ora la Salernitana propone: costruisce l’azione anziché scavalcare il centrocampo per cercare le punte, affidandosi comunque alla qualità di Ribery; gli attaccanti partecipano alla manovra e scendono verso il centrocampo per prendere palla.

La fisionomia della squadra è cambiata e sembra in meglio. Chissà che non possa essere soltanto l’inizio della svolta per l’annata della Salernitana.