Sanremo giovani: Mahmood è il vincitore della 2° puntata

Sanremo giovani ha eletto il vincitore della seconda puntata. Dopo Einar, anche Mahmood si aggiudica l’accesso tra i campioni del 69esimo Festival della canzone italiana

Sanremo giovani ha chiuso i battenti, eleggendo Mahmood, frizzante talento di origine italo-egiziana, a vincitore assoluto. Il cantante ha portato a casa anche il premio della critica. Con Einar completa il puzzle dei 24 big in gara che dal 5 al 9 febbraio si contenderanno l’ambito leoncino d’oro.

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Sanremo giovani volge al termine e lascia al pubblico oltre all’inedita accoppiata Baudo-Rovazzi, un carnevale di artisti dalle differenti sfaccettature che disegnano un volto del tutto nuovo dell’attuale panorama musicale.

Rap, pop, folk, addirittura porno pop, chi più ne ha più ne metta. Le nuove proposte di questo Sanremo hanno portato generi, contaminazioni ed impressioni totalmente opposte, talune complementari, mettendo in piedi un vivaio di talenti da scoprire e coltivare.

Le esibizioni

Le ore – La mia felpa è come meUn pop poco preciso quello del front man del duo perché vinto dall’emozione, ma nel complesso convincente. Motivetto piacevole all’ascolto, di facile passaggio radiofonico.

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Francesca Miola – Amarsi non serve: – È un invito a coltivare l’amore tutti i giorni – dice. Ha influenze cantautorali e si avverte. Timbrica interessante, buona la scrittura. Una proposta decisamente moderna.

Intanto vengono annunciati i nomi di altri big. Sono quelli di Federica Carta in duetto con ShadePatty Pravo con Briga e i Negrita.

Mahmood – Gioventù bruciataArabeggiante è dir poco. Il pezzo più interessante della serata. Ha una musicalità che stuzzica. Qualcosa di assolutamente nuovo. – È come se il mondo si fosse dato appuntamento in te – dice Luca Barbarossa.

Angelucci – L’uomo che verrà: un brano sanremese, ma poco avvolgente. Un esperimento contenitivo che stritola le doti vocali del cantante. Non resta in testa e non sai nemmeno il perché.

Sisma – Slow motionTrombettisti-cantanti napoletani. Il trinomio corretto che descrive i giovani più travolgenti della competizione dopo la performance di Mahmood. Un rock intelligente non estremizzato, impreziosito da un beat pungente che fa esplodere pubblico e giuria. Questi ragazzi scuotono corpo e mente, animali da palcoscenico, un mix perfetto di ironia e studio applicato.

Nel corso di questa puntata di Sanremo Giovani vengono svelati i nomi di altri 2 Big, sono Daniele Silvestri e gli Ex Otago.

La Rua – Alla mia età si vola: una festa di piazza, è questa l’atmosfera che riproducono. Non a caso l’identità artistica della band si nutre della musica folk e tenta di riarrangiarla in chiave moderna. Contaminazione riuscita.

È la volta dell’estrazione di altri bussolotti. Achille Lauro ed Arisa a Sanremo 2019.

Nyvinne – Io ti pensoUn refrain vorticoso che lascia senza fiato. Un brano di cui sentiremo parlare certamente.

Cordio – La nostra vita: Un viaggio attraverso una sensibilità rara, trasmette forti emozioni a pubblico e giurati che di buone parole e consigli ne spendono per un Cordio educato e rispettoso. Un’anima bella che avrà tanto da dire.

La Zero – Nina è brava: la sua canzone denuncia il drammatico tema dei minori detenuti insieme con le mamme. Lo sfondo narrativo e musicale ha l’aspetto di una bolla di sapone che non si infrange e ripetutamente volteggia in aria.

Cannella – Nei miei ricordi: bene, ma non benissimo. Un brano che salta alle orecchie, meno al cuore.

Saita – Niwardun affresco sull’era della digitalizzazione. Pro e contro del progresso, un ritmo tutto sommato giusto.

Mescalina – Chiamami amore adessosi dichiarano detentori del neonato genere porno pop, ma di erotico hanno ben poco, tuttavia il brano si piazza alto in classifica.

Sono Enrico Nigiotti e Nino D’Angelo con Livio Cori gli ultimi 2 artisti che vanno a completare la rosa dei campioni.

Appuntamento a febbraio 2019 con Sanremo e la riconfermata conduzione di Claudio Baglioni, anche quest’anno direttore artistico della gara. La compagine Baglioniana vuole rompere i tradizionali schemi sanremesi e tentare l’impresa, quella di estendere la visione festivaliana ad un pubblico generazionale più variegato possibile. Ci riuscirà? Lo scopriremo solo “vedendo”.

Antonella Esposito

Sono specializzata in Comunicazione pubblica e d'impresa e laureata in Scienze della comunicazione. Animata da una forte passione per la scrittura critica. Seguo con interesse musica, cinema e teatro.

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