Scuola, preoccupazioni e gioie dei nuovi docenti in ruolo
La buona scuola arranca, i dati sono provvisori: i numeri delle immissioni in ruolo non convincono
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La fase B delle assunzioni, nella notte tra l’1 e il 2 settembre, ha decretato l‘immissione in ruolo per quasi 10.000 docenti. Moltissimi dei quali sono stati “costretti” a spostarsi al nord.
Il MIUR dice che le procedure hanno funzionato correttamente ma, certamente, ci si chiede come mai molti vincitori di concorso 2012 sono rimasti nella propria provincia (idonei compresi) mentre molti altri vincitori del concorso ’99 (quindi presenti in GaE) oppure frequentanti percorsi biennali SSIS (sempre in GaE) – con anni e anni di servizio alle spalle – abbiano trovato il ruolo a 800-900 km da casa. Non è forse un’ingiustizia?
È presto detto: i vincitori di concorso e gli idonei hanno avuto la precedenza sulle GaE semplicemente perché le graduatorie del concorso 2012, con l’uscita dl nuovo bando (2015? 2016?), decadono. Ma non si era detto che gli idonei del concorso non erano vincitori quindi non avrebbero partecipato al piano assunzioni?
Esprimiamo sicuramente gioia e soddisfazione per tutti coloro che sono entrati in ruolo però fa veramente un certo effetto vedere persone di 29 anni entrate in ruolo nella propria provincia (magari non avendo mai messo piede in una scuola) e persone di oltre 40 anni con anche una decina di anni di supplenze alle spalle vedersi catapultare a 900 km da casa, dovendo riorganizzare e rimodulare la propria vita con la propria famiglia, bambini tra mille difficoltà.
Ricordiamo che la fase delle assunzioni non si è ancora conclusa, si attende la fase C che prevede l’immissione in ruolo di altri 50.000 docenti per il potenziamento (che le scuole le potranno utilizzare come meglio credono). Questa fase sarà attivata dopo aver elaborato i POF delle varie scuole, dove i DS chiederanno un certo numero di docenti a sostegno delle attività che vogliono attivare nella propria scuola. Questa fase assunzionale quindi si espleterà verso il mese di dicembre.
Intanto saranno almeno 50 mila i supplenti in cattedra quest’anno: altro che fine della supplentite, come avevano assicurato il premier Matteo Renzi e la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini. Il maxi piano di assunzioni non produrrà (subito) gli effetti sperati. Il ministero dell’Istruzione (Miur) ha dato la possibilità ai professori di scegliere entro l’8 settembre una cattedra di una supplenza di un anno piuttosto che rischiare un trasferimento coatto. E così migliaia di docenti, sia quelli assunti nella prima fase che nella seconda che sta per concludersi, si sono orientati per quest’opzione.
L’anno prossimo sarà concessa la mobilità straordinaria, in cui tutti i docenti potranno chiedere di essere trasferiti: e c’è da giurare che lo faranno i settemila che saranno costretti ad emigrare per avere una cattedra a tempo indeterminato. Con il risultato che molte classi avranno insegnanti “provvisori”. In barba alla continuità didattica promessa con l’assunzione complessiva di 102 mila insegnanti.
Purtroppo la scuola continua a vivere il proprio caos e molte classi per le quali non ci sono docenti di ruolo disponibili rischiano di avere un docente per la fine di novembre a causa dei ritardi dovuti all’aggiornamento delle graduatorie di istituto.
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