Immagine da Pixabay
Lo scontro muro contro muro ora porta a conseguenze ben più gravi. L’ultima disobbedienza di Carola Rackete poteva costare davvero caro alla Guardia Di Finanza. Dinanzi alla decisione della comandante della Sea Watch di riaccendere i motori e dirigersi verso il porto, i finanzieri hanno intimato per tre volte l’alt. Ma lei lo ha ignorato. La motovedetta della GDF ha tentato di frapporsi fra la banchina e la nave per impedire l’attracco, ma anche in questo caso Carola non si è fermata fino all’incidente con l’imbarcazione dei finanzieri.
“Abbiamo rischiato di morire. Forzare il blocco è stata un’azione criminale. Siamo rimasti schiacciati sulla banchina e a bordo della motovedetta si è respirato un clima di terrore, perché ci siamo visti addosso a noi un bestione da 600 tonnellate.” hanno dichiarato dall’imbarcazione della Guardia Di Finanza.
Ad intervenire in loro supporto, c’è stato anche il Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio: “Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti.”
A questo punto, la Guardia Di Finanza ha sequestrato subito la Sea Watch. Le Fiamme Gialle, dopo le operazioni di sbarco dei migranti che erano a bordo della ONG, sono salite a bordo e hanno preso il comando della nave. La nave è stata portata fuori dal porto, in rada.
Ma nessuno sa come andrà effettivamente a finire.
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