Sea Watch, l’UE interviene in soccorso della ONG (e dell’Italia)
La promessa dell’UE è quella di ricollocare tutti i migranti provenienti dalla Sea Watch. E la Commissione minaccia la procedura d’infrazione per l’Italia
Siamo arrivati a questo. Il tutto si è ridotto al solito scenario: Italia contro UE. La Sea Watch è il nuovo oggetto della contesa, che minaccia di andare avanti ancora per tantissimo tempo. Dopo aver forzato il blocco navale, la ONG con a bordo 42 migranti è ancora ferma davanti al porto di Lampedusa. Salvini, nel frattempo, non dà l’accesso e sfida l’UE minacciando di non identificare più i migranti in arrivo. Dall’UE, intanto, promettono di ricollocare i migranti sbarcati, ma minacciano anche la procedura d’infrazione.
“Studieremo una soluzione solo dopo lo sbarco, se non si registrano i migranti si rischia la procedura d’infrazione. C’è la legge europea che prescrive che tutti i nuovi arrivati sul territorio europeo devono essere registrati e devono essere prese le loro impronte digitali, non ci sono eccezioni a queste regole e le conseguenze sono le procedure di infrazioni, ma non siamo a questo stadio.” ha dichiarato Dimitris Avramopoulos, Commissario UE addetto all’immigrazione.
“Rivolgo un appello agli Stati membri a mostrare solidarietà. Continueremo a restare al fianco dell’Italia e a tutti gli Stati membri sotto pressione. Solo tramite un approccio europeo congiunto, mano nella mano con i Paesi Terzi, saremo capaci di trovare soluzioni reali. La migrazione è una sfida congiunta e la dobbiamo affrontare insieme come Unione Europea. Dobbiamo lavorare in modo collaborativo per trovare soluzioni, come abbiamo fatto negli anni passati, e i risultati di quel periodo sono chiari. Torno a chiedere agli Stati di essere costruttivi e di muoversi oltre la politica nazionale.” ha poi concluso.
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