24 Aprile 2015 - 22:43

Sei tu la mia città, l’atteso ritorno dei Negramaro

negramaro

Negramaro – un ritorno attesissimo e annunciato in modo speciale proprio dalla band sulla pagina Facebook, dove hanno lasciato un video-messaggio e intonato le prime note del nuovo singolo Sei tu la mia città

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Negramaro – un ritorno a sorpresa con un video-anteprima che anticipa il nuovo singolo attraverso un messaggio ai propri fan, che tanto avevano atteso questo momento. Si intitola Sei tu la mia città ed è il primo singolo estratto dal nuovo progetto discografico della band salentina.

Come state, bentrovati, anzi ovunque vi troviate, qualunque sia la vostra città, siamo tutti qui in una stanza per una sorpresa per voi. Ci abbiamo messo un po’ di tempo però abbiamo preparato una cosa che non vedevamo l’ora di farvi sentire ed oggi qui vi diamo un’anteprima, in questa stanza, tutti i Negramaro, tutti insieme, per voi.
Queste le parole con cui hanno regalato le prime note in acustico del nuovo brano.
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Sei tu la mia città è la storia dei tanti spazi di una metropoli che si antropomorfizza strofa dopo strofa fino ad assumere quasi dei contorni reali, avvolti dalla voce calda di Giuliano Sangiorgi, compositore del testo.

La strada si aggroviglia nei tuoi capelli
i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi
ha il cuore che sa di asfalto e di preghiere
e la macchine ti attraversano senza più guardare
e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci
e allacciami i tuoi dubbi alle scarpe se poi tu non mi credi
se non mi credi

il cielo lo reggono ancora i miei difetti
le mani si incastrano e formano grattacieli
le scuse attaccale bene così non cadi
le unghie affilate resistono tagliando i vetri
e asciugami i pensieri col fiato degli ultimi alberi
accendimi di notte nel segno dei più bei ricordi
concedimi la pace dei treni senza più rimorchi
e montami negli occhi come un tram a fari spenti
investimi di luce se non mi vedi ancora in piedi

sei tu la mia città
sei tu la mia città che mi spaventa quando è sera
che mi addormenta la mattina e mi ricorda di esser tanti
una sola in mezzo a tanti quando hai voglia di sentire
quando c’è il brivido degli altri
perché sei tu la mia città, la mia città

le case che aprono le gambe agli sconosciuti
e le chiese sono bocche di donne coi fucili appesi
le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni
il fumo porta via con sé gli ultimi avanzi
nascondami dagli altri son troppo comodi i tuoi denti
e sputami poi fuori quanto stenderai i tuoi panni
e lavami nel fiume se vorrai ancora indossarmi
e rimboccami le maniche quando pioverai dai muri
e soffiami sul mondo come quasi fossi vento

sei tu la mia città
sei tu la mia città che mi spaventa quando è sera
che mi addormenta la mattina e mi ricorda di esser tanti
una sola in mezzo a tanti quando hai voglia di sentire
quando c’è il brivido degli altri perché sei tu la mia città
sei sempre solo la città che si colora quando è sera
mentre i vicoli son neri e ti ricordi solo allora
della tua vera natura e hai bisogno un po’ di me
per sentirti meno sola per sentirti una città
che resta sempre un poco accesa (X2)

sei tu la mia città.

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