13 Settembre 2018 - 10:00

Sistema partitico italiano, verso una nuova stagione di forte bipartitismo

sistema partitico italiano

Sistema partitico italiano e la nuova eccezione alla regola. Come i dati degli istituti statistici influenzano la realtà

Ormai il dato è stato reso noto praticamente da tutti gli istituti di ricerca statistica e, come prevedibile, il sistema partitico italiano si è avviato verso una nuova stagione evolutiva.

Con i detrattori del contratto di governo dati praticamente al 60% (circa il 30% sia per M5S che Lega) e i partiti tradizionali in rapida discesa, è stato formalizzato il passaggio all’ennesima situazione sopra le righe.

Considerando un po’ tutte le variabili, infatti, si può facilmente dire che l’Italia sta per varcare la porta del bipartitismo instabile.

Anche in questo caso, dato il tripolarismo imperfetto imposto a partire dal 2007, è necessario considerare la trasformazione sotto tre punti di vista.

Centro – Destra

Con un Salvini sempre più in rampa di lancio ed un Berlusconi relegato al ruolo di comparsa (accompagnato, stando ai sondaggi, dal movimento della Meloni a quanto pare), nel Centro – Destra si sta compiendo la più grande rivoluzione copernicana mai operata fino ad ora.

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Con il tentativo – neanche tanto invisibile – di saccheggiare FI nel minor tempo possibile, Salvini e compagni stanno cercando di compiere la piena maturazione e portare a termine la conquista della leadership.

Data la situazione in continua mutazione, più che un partito unico lo scenario presente potrebbe portare una forte migrazione elettorale – concependo FI come ormai in declino e FdI come voto sprecato – a favore della Lega (o ciò che ne sarà), contemplando il totale accentramento della coalizione verso un unico partito.

Movimento 5 Stelle

L’esperienza governativa, almeno per il momento, sembra aver avuto il merito esclusivamente di colmare – e molto – elettoralmente le tasche altrui.

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L’unica possibilità per giocarsela fino all’ultimo con la Lega è rappresentata da un sostanziale riallineamento a sinistra, che tanto farebbe piacere a buona parte degli smarriti elettori Pd, e un prosieguo almeno decente nell’esperienza di governo che faccia crescere quel 28% (dato comunque di tutto rispetto) a cui è incollato il M5S attualmente.

Centro – Sinistra

È l’area più legata alle sorti partitiche del maggiore contenitore.

La vittoria dell’uno o l’altro candidato alle primarie del Pd avrebbe solamente il merito di accelerare una qualche scissione – che allo stato attuale potrebbe portare avanti chiunque delle tante parti in causa – e generare il definitivo disastro elettorale.

La sensazione è che ci si presenti ancora con due soggetti che rispetto all’ultima competizione elettorale condividono solo i protagonisti in causa.

Difatti si potrebbe facilmente vedere un polo renziano ed uno che guarda più a sinistra (riunendo ciò che rimane del Pd con ciò che rimane di LeU, Possibile e sigle minori) talmente in caduta libera da autoammutinarsi a suon di fusioni a freddo (parafrasando Guzzanti, portando alla nascita della cosiddetta “sinistra lesionista e la sinistra autolesionista” ).

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