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Una ferita profondissima che ha lacerato l’Italia in toto. Quella notte non è mai più stata dimenticata da nessuno, e ancora oggi è uno dei punti oscuri della storia del nostro Paese. Daria Bonfietti, che nella strage di Ustica, la notte del 27 Giugno 1980, ha perso suo fratello, ha provato a dare la propria spiegazione. Il fratello era a bordo del DC-9 Itavia Bologna-Palermo quando fu abbattuto. Il volo era diretto a Palermo, ma si persero le tracce poco prima dell’arrivo.
Alcuni dissero che fu un cedimento strutturale, altri una bomba a bordo. I processi italiani, invece, raccontano di una vera e propria battaglia a bordo quella notte. Una ricostruzione che è arrivata a sentenza definitiva, in Cassazione.
“Il Governo del mio paese, l’Italia, deve chiedere ad altri Paesi cosa ci facevano quella notte nei nostri cieli. È evidente a tutti: quello che non si sa è perché era indicibile per questi Paesi. La verità sulla strage la conosciamo. Sappiamo che in Italia è stato abbattuto un aereo civile in tempo di pace, questa è la verità, non sappiamo ancora da chi è stato abbattuto, ma lo sapremo quando il nostro Paese avrà la forza di chiedere le risposte ai Paesi amici ed alleati che ancora non ce lo dicono.” ha dichiarato Daria Bonfietti.
Ad ospitare la memoria della strage di Ustica, è il museo della Memoria, che ospita tutto ciò che resta di quel volo. E di una ferita indelebile nella storia italiana.
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