La strage di via Fani è un evento che ha irrimediabilmente segnato la storia politica del nostro paese. Si tratta infatti di uno dei più gravi atti compiuti contro la democrazia. Era il 16 marzo del 1978, quando un commando terrorista coordinato dalle Brigate Rosse, sequestrò il politico e giurista Aldo Moro.
Erano le 9.02, quando l’auto con a bordo Aldo Moro fu assaltato dalle Brigate Rosse all’angolo di via Fani e via Stresa, a Roma. A scortare Moro una seconda vettura, quella della scorta, con a bordo cinque agenti. Il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi, l’appuntato Domenico Ricci, il vicebrigadiere di P.S, Francesco Zizzi e le guardie Giulio Rivera e Raffaele Iozzino.
Il commando terroristico aprì il fuoco trucidando i cinque agenti, subito dopo Aldo Moro venne sequestrato e portato via. A rivendicare l’attacco furono le Brigate Rosse che tennero in pugno il massimo esponente della Democrazia Cristiana. La strage di via Fani, ancora oggi ha un peso importantissimo nella memoria dei fatti che furono e rappresenta certamente il più vile e subdolo attacco all’idea stessa di democrazia.
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