Il 63% dei cittadini della Svizzera ha votato a favore dell’allargamento della legge del 2018 contro le discriminazioni su base etnica, religiosa o di razza, agli atti di omofobia: da oggi chi discrimina una persona per il suo orientamento sessuale può essere punito con il carcere fino a tre anni.
L’emendamento (che modifica l’articolo 261 bis del codice penale) è stato approvato con un referendum confermativo, possibilità di consultazione elettorale che nell’ordinamento italiano non esiste, su iniziativa del deputato socialista Mathias Reynard, per il quale si conclude un iter parlamentare durato circa sei anni.
Anche la Chiesa evangelica si è schierata a favore del referendum, insieme a vari partiti e associazioni LGBTQ: alla grande partecipazione a questa consultazione avrà sicuramente contribuito la voglia di far sentire la propria voce contro gli atti di omofobia che più di recente in Svizzera hanno sconvolto l’opinione pubblica.
LOS, associazione associazione che rappresenta le donne lesbiche, bisessuali e queer svizzere, annuncia ora il prossimo obbiettivo: il matrimonio omosessuale. La Svizzera (come l’Italia) offre alle coppe dello stesso sesso solo la possibilità di un’unione civile, e non quella di un matrimonio ordinario.
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