Più di 800 morti e intere aree rase al suolo: il bilancio del terremoto che nella mattinata di oggi, lunedì 6 febbraio, ha colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale appare ogni ora più drammatico. Scosse di magnitudo fino a 7.9 si sono abbattute sull’area poco prima dell’alba, scatenando una fuga nelle strade dei cittadini e un’affannosa e immediata ricerca di sopravvissuti sotto le macerie.
Ancora dubbi sull’epicentro esatto del terremoto: il servizio di emergenza turco Afad lo localizza a Pazarcik, nella provincia di Kahramanmaras, mentre l’osservatorio sismico di Kandilli propende per Sofalici, nella provincia di Gaziantep, 40 chilometri più a sud.
Anche l’Italia ha risentito per qualche ora della scossa su territorio turco-siriano: paura, infatti, per un possibile tsunami sulle coste delle regioni meridionali di Sicilia, Calabria e Puglia. Un allarme che ha riguardato anche il traffico ferroviario, bloccato a scopo cautelativo nelle prime ore di questa mattina nelle regioni interessate. Ad ora, tuttavia, il rischio è stato scongiurato e anche la circolazione dei treni è ripresa regolarmente.
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