Il batterio New Delhi ha già causato 30 morti negli ultimi 10 mesi in Toscana. Attualmente sono ancora 708 le persone ricoverate a causa del ceppo batterico. Il batterio è arrivato in Italia lo scorso novembre 2018 come registrato dall’Agenzia Regionale della Sanità. Come sottolinea la stessa Ars: “I batteri New Delhi sono stati isolati nel sangue di 75 pazienti. I casi sono risultati letali nel 40% dei pazienti con sepsi, percentuale paragonabile alla letalità per questa condizione causata da altri batteri resistenti agli antibiotici“.
Queste le parole degli esperti: “L’Ndm rappresenta un nuovo meccanismo di antibiotico-resistenza, sviluppato da batteri normalmente presenti nella flora intestinale umana che possono diventare virulenti in seguito all’esposizione prolungata a determinati antibiotici. La capacità di resistere agli antibiotici rende pertanto pericolosi questi batteri, soprattutto in pazienti fragili, già colpiti da gravi patologie o immunodepressi“. Inoltre, l’assessorato regionale alla sanità ha predisposto “un’unità di crisi che ha prodotto un documento di indicazioni regionali per il contrasto alla diffusione di batteri Ndm“. Ed ancora le Asl in Toscana “hanno messo in atto tutti gli interventi volti a sorvegliare l’evoluzione del fenomeno tramite screening attivo, a rinforzare le procedure di prevenzione e controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie e ad adottare schemi terapeutici più adeguati per il trattamento delle infezioni da batteri Ndm“.
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