Treno deragliato, continuano le indagini. Anomalie e manutenzione sotto l’occhio degli inquirenti

Sono tornati al lavoro stamattina gli agenti di polizia ferroviaria, la scientifica e la vigilanza treni, al fine di ricostruire le cause della tragedia del treno deragliato nel milanese 3 giorni fa. Sempre più evidente la cattiva manutenzione di rotaie e binari

 

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Continuano senza sosta le indagini della Polfer di Milano per completare gli accertamenti tecnici sui binari interessati dal deragliamento della locomotiva regionale che 3 giorni fa nel milanese ha provocato ben 3 morti e 46 feriti. Il treno di pendolari è stato preda di un disastroso deragliamento lo scorso giovedì 25 gennaio, alle ore 6:57, nella località di Seggiano di Pioltello, da allora le indagini non si sono mai arrestate, mentre i particolari e le tracce ritrovate sul luogo del disastro conducono gli inquirenti sempre più verso la tesi della scarsa e carente manutenzione ferroviaria, quale causa scatenante il tragico epilogo della corsa regionale.

Il video incriminante e la ricostruzione 3D

Questa mattina, assieme alla polizia scientifica e la vigilanza ferroviaria, gli investigatori della Polfer sono tornati al lavoro, esaminando tutti i particolari che hanno interessato quel preciso frammento di linea ferroviaria. Si sono passate in rassegna le testimonianze, le relazioni dei vigili del fuoco e della polizia ferroviaria, l’analisi della strumentazione tecnica di bordo, la scatola nera del treno e le telecamere di sorveglianza al fine di ricostruire l’evento ed individuarne correttamente la causa.

Uno dei video registrati in quel giorno, mostra chiaramente le immagini in sequenza del regionale mentre attraversa la stazione di Pioltello. Il particolare: il treno, durante la traversata in quel preciso punto dei binari, sembra che stia trascinando qualcosa la di sotto, sulle rotaie, che ha prodotto scintille e fumo denso. Il rilievo è stato poi condotto attraverso la tecnica di ”fotogrammetria” che ha permesso una ricostruzione in 3D del rinomato punto zero, del punto, cioè, in cui sono letteralmente saltati 23 cm di rotaia.

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Il particolare della tavoletta di legno a sostegno dei binari

Un ulteriore particolare ha poi incentrato l’attenzione sulla tesi della cattiva manutenzione. Al pezzo di ferro di 23 cm ritrovato a circa 20 metri dal suo punto di locazione originario, si aggiunge anche il ritrovamento di una tavoletta di legno collocata sotto la giuntura del binario, in quella stessa sezione di binario così usurata, malconcia e fatale. Nella manutenzione dei binari l’utilizzo ”di spessori in legno non è previsto dalle normative tecniche e dai protocolli operativi – ha spiegato inflessibilmente in una nota Rfi (Rete Ferroviaria Italiana S.p.a.) – Le attività di manutenzione devono essere eseguite secondo procedure e metodologie operative di lavoro codificate all’interno del Sistema di Gestione della Sicurezza, un complesso di regole interne emanate in accordo alla normativa tecnica di settore”.

Secondo le parole di Umberto Lebruto, direttore responsabile della Rfi, il binario responsabile della sciagura sarebbe stato sostituito e rinnovato ”cinque o sei anni fa”, aggiungendo in una intervista a Radio24 che ”normalmente la rotaia si cambia ogni 20-25 anni. L’11 gennaio siamo passati con la carrozza di diagnostica, con “Diamante”, non c’erano difetti importanti per cui occorreva fare degli interventi a stretto giro. Il giorno in cui è successo l’incidente, abbiamo reso disponibili alla polizia giudiziaria tutti i nostri piani di attività”.

Di fatto, il livello di usura di quella sezione specifica del binario ha confermato stamattina la possibilità di una versione opposta dei fatti: il binario è risultato così estremamente usurato da aver fatto rilevare non solo la mancanza di alcuni bulloni, cosa di per sé già evidentemente grave per la sicurezza passeggeri, ma anche l’assenza di 2 dei 4 perni che normalmente bloccano e saldano la cosiddetta piastra di giunzione, indispensabili per la stabilità e la sicurezza della corsa.

Redazione ZON

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