Tempi durissimi per Donald Trump, in America. Il capo dei senatori repubblicani Mitch McConnell ha annunciato che anche il Senato voterà contro lo stato di emergenza. Lo stesso presidente lo aveva proclamato per costruire il muro con il Messico. Il voto riguarda la stessa risoluzione per revocare lo stato di emergenza di fine febbraio dalla Camera.
Il Senato, a maggioranza repubblicana, paradossalmente è stato sempre avverso ai provvedimenti del tycoon. Dunque, che potesse esserci l’appoggio era considerato molto improbabile ed è un pessimo segnale per l’amministrazione. Quattro senatori Repubblicani avevano già deciso di votare a favore della risoluzione dei Democratici, abbastanza per farle ottenere la maggioranza di 51 voti di cui ha bisogno per essere approvata.
L’ultimo di questi è stato il senatore del Kentucky Rand Paul, che si è aggiunto a Susan Collins, Lisa Murkowski e Thom Tillis. Lo stesso Paul aveva detto: “Non riguarda l’immigrazione e non riguarda un presidente Repubblicano o Democratico, ma una questione di principio sulla separazione dei poteri tra Presidente e Congresso. Lo stato di emergenza, infatti, è una misura solitamente adottata in caso di crisi eccezionali.”
Se lo stato di emergenza non venisse bloccato dal Congresso, è però possibile che venga bloccato da un tribunale. A questo punto, la tanto agognata “crisi del Messico” proclamata da Trump stesso va verso un’unica conclusione. E non è quella sperata dal presidente americano.
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