18 Marzo 2016 - 15:05

Turchia – Europa, flusso di menzogne e ricatti

La Turchia è il falso miraggio europeo nella progressiva desertificazione dei valori umanitari, che la stessa Europa avrebbe dovuto rappresentare. Ecco la posta in gioco dei negoziati

[ads1]

L’Europa guarda alla Turchia come barriera geografica, polo di smistamento e onda d’urto al fenomeno incontrollabile del flusso di migranti nel Mediterraneo; un aspetto che si profila ulteriormente decisivo nelle prossime settimane, in particolare per gli arrivi previsti dalla Libia.

Turchia e Europa si mentono sapendo di mentire“La tragedia umana della migrazione forzata è oggi un fenomeno globale” ha dichiarato il Papa nel corso del suo recente viaggio in Mexico, e per questo esiste chi l’ha reso un business. Sulla costa turca infatti si è sviluppata una vera e propria tratta di esseri umani, con guadagni miliardari. E si tratta ormai di un’emergenza sociale senza pari che ha coinvolto l’ambito economico: così tantissimi operai, inseguendo il miraggio del guadagno facile, hanno abbandonato le industrie per approfittare dell’inarrestabile ondata dei traffici clandestini.

Quindi si conferma un’illusione forzata l’aver riposto nella Turchia la pretesa di arginare questo sistema “contrabbandistico”. Ora le persone sono diventate un’ulteriore merce di scambio tra la Turchia e l’Europa Garantista, laddove la Turchia tenta di ricattarci, riuscendo perfettamente nell’intento.

Infatti Ahmet Davutoğlu, il primo ministro turco, è riuscito così ad ottenere, lo scorso 4 marzo, il controllo del quotidiano Zaman. E nel nuovo vertice sui migranti a Bruxelles, il leader di Ankara, ha posto i termini dell’ennesimo ricatto: per accogliere i profughi rimandati indietro dalla Grecia, la Turchia ha richiesto tre miliardi di euro, la ripresa dei negoziati sull’adesione all’Unione Europea e la soppressione, entro giugno, dell’obbligo di visto per lo spazio Schengen per 78 milioni di turchi.

I nostri cari “europeisti” urlano alla non concessione ma lavorano diversamente nelle intese collusive, nonostante le accorate dichiarazioni: primo su tutti Renzi, che ieri ha ribadito come l’accordo sull’immigrazione con Ankara debba essere “basato sui principi dell’Europa”.

Ma quali sono questi principi europei? Un accordo con la Turchia è un accordo immorale, poiché viola il principio dei presunti valori democratici e delle libertà fondamentali previste dalla convenzione europea. Paradossale allora che l’Europa guardi alla Turchia, dove vigono violenza ed autoritarismo, mentre continua la guerra civile al Kurdistan. E il 4 marzo è la data di un aggiuntivo e grave abuso che in Turchia viene perpetrato contro la libertà di stampa e l’oppositore gruppo editoriale Feza.

Inoltre un eventuale accordo stipulato con la Turchia farà da precedente: “Le regole che saranno valide per la Turchia dovranno essere valide anche per gli altri Paesi da cui ci attendiamo flussi”, ha poi tuonato il Premier in un’insolita e acuta osservazione.

Rispetto alla questione Angela Merkel si è dichiarata possibilista, mentre David Cameron ha sostenuto l’idea di mandare indietro i migranti arrivati irregolarmente per debellare la piaga del traffico umano. Un tentativo maldestro di camuffamento delle vere intenzioni, dato che poi ha affermato: “La Gran Bretagna non offrirà visti liberi ai turchi e non prenderà più profughi, perché la Gran Bretagna ha la sua politica”.

L’unico che ha dissentito con argomentazioni valide è stato il Premier e leader del Movimento Riformatore belga, Charles Michel: Meglio nessun accordo che un cattivo accordo. La Turchia sta chiedendo molto, non accetterò qualcosa che a tratti sembra un ricatto”.

[ads2]