Le leggende non albergano più a San Siro, tutti in piedi al San Memés per Maldini
L’ovazione dei 40.000 del San Mamés per una delle più grandi leggende del calcio, Paolo Maldini: ciò che al Milan hanno sempre dimenticato
[ads1] Che Paolo Maldini fosse una leggenda del calcio questo è risaputo. Figlio di Cesare e difensore di statura mondiale, annoverato fra i migliori nella storia del calcio, nel corso della sua carriera, durata 25 anni, ha vestito solo la maglia del Milan, con cui ha vinto 26 trofei: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/Champions League (con il record di 8 finali giocate, a pari merito con Francisco Gento), 5 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA.
Dal 1988 al 2002 ha militato nella Nazionale italiana, della quale è stato capitano per otto anni, diventando vice-campione del Mondo nel 1994 e vice-campione d’Europa nel 2000. In maglia azzurra ha stabilito i record di presenze totali (126) e da capitano (74), poi battuti da Fabio Cannavaro rispettivamente nel 2009 e nel 2010.
Detiene il record di presenze in Serie A (647), nelle competizioni UEFA per club (174) ed è il giocatore con più presenze con la maglia del Milan (902). È inoltre giunto terzo nella classifica del Pallone d’oro del 1994 e in quella del 2003 ed è stato inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori redatta in occasione del centenario della FIFA, e nel 2002 nel FIFA World Cup Dream Team, selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali.
È stato inoltre inserito nella “squadra ideale del decennio” dal Sun nel 2009, nel miglior 11 di tutti i tempi da World Soccer nel 2013 e, dal 13 dicembre 2012, fa parte della Hall of Fame del calcio italiano. Rientra inoltre nella ristretta cerchia dei calciatori con almeno 1000 presenze in carriera ed è l’unico italiano a farne parte.
L’orrore di San Siro
Che le leggende non alberghino più a San Siro questo è risaputo, come ci testimoniano le recenti prestazioni della squadra di Brocchi. Ma quel che è successo il 24 maggio 2009 penso che Maldini, ma anche qualsiasi tifoso milanista, se lo possa dimenticare.
Ci si aspettava un giorno diverso, invece quell’ultima a S. Siro non solo fu corrisposta con un k.o. pesante ma, anche e soprattutto con la vergogna di cori e striscioni degli ultrà rossoneri non tanto teneri verso una leggenda di nome Paolo Maldini.
“Franco Baresi, c’è solo Franco Baresi”, ha intonato la curva inneggiando al predecessore accompagnando con una scritta recitante “Sentiti ringraziamenti da chi hai definito mercenari e pezzenti’. La risposta: “Orgoglioso di non essere uno di loro”.
Quel giorno nonostante i 70 mila presenti per il match dell’addio fossero tutti in piedi ad applaudire e ad acclamarlo, Maldini rimase sorpreso, ferito e innervosito per l’accaduto. Il Capitano rifiutò tutto quel giorno, persino un cerimoniale che prevedeva la consegna sul campo di gioco di un piatto d’argento da parte di Silvio Berlusconi.
L’ovazione dei 40.000 di San Mamés per una leggenda del Milan e del calcio mondiale come Paolo Maldini cancella in parte quella vergogna e ci fa capire in che situazione versa il calcio italiano.
Ed è una tristezza immane per una squadra che nel tempo ha fatto dei successi e della sua storia un cavallo di battaglia in Europa e nel Mondo.
L’ex capitano rossonero ha ricevuto il “One Club Man Award” 2016 effettuando un giro di campo e ricevendo la grande accoglienza della tifoseria locale. Un tributo che al Milan non gli è stato mai concesso, ma al San Siro le leggende oggi non sono più di casa. [ads2]
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