24 Settembre 2019 - 12:46

Undone: un piccolo gioiellino in casa Prime Video

Undone Prime Video

Dai creatori di Bojack Horseman, Undone è una serie del tutto innovativa che indaga sugli abissi dell’animo umano. Il tutto con animazione in rotoscope

Ultimamente, il mondo intero è soggetto ad un’ondata di serie TV che danno la parvenza di essere dei veri e propri specchi della propria coscienza. Ci invitano a riflettere, a ragionare, pensare su ogni singolo istante della nostra vita, su come ogni atto che abbiamo compiuto abbia poi un ruolo determinante per il nostro futuro. Ed è su questo che punta Undone, nuova serie televisiva animata di casa Prime Video ed ennesima ottima scoperta per un portale che sta pian piano scrivendo la sua storia.

Il nuovo show porta due firme eccellenti. Raphael Bob-Waksberg, infatti, è più noto come il creatore di una delle serie più amate degli ultimi anni, ovvero quel BoJack Horseman che spopola su Netflix. Questa volta, nel suo lavoro, viene assistito da Kate Purdy, che garantisce una dimensione ancora più intimista e personale al suo nuovo show. Undone si presenta come una serie nettamente innovativa, a partire dall’impianto costruttivo. Infatti, il prodotto si dota di sole otto puntate della durata media di 20-25 minuti ognuna, risultando molto leggero e di facile fruibilità.

Al tempo stesso, però, la nuova serie targata Amazon Prime Video mostra tutta la sua sensibilità e la sua visione filosofica della vita. Una visione che a volte si dimostra molto diretta e crudele, che non manca di mostrare il suo pessimismo cosmico (e in questo ricorda molto l’altra serie di casa Netflix).
Il tutto viene propinato a base di rotoscope e di un’animazione fantastica e surreale, che permette quasi di farci sognare ad occhi aperti, tra le pieghe del tempo.

E allora, caliamoci a pieno in questa dimensione immaginaria.

La morte, quasi sfiorata

Protagonista assoluta di Undone è Alma (Rosa Salazar), una ragazza in profonda crisi esistenziale. Quest’ultima è delusa dalla vita, nonostante abbia un buon lavoro e una relazione stabile. La sua vita le appare noiosa e sbagliata. Alma sa che non c’è nulla di male in una vita del genere, eppure non può far altro che chiedersi se non ci sia di più oltre la solita esistenza terrena.

Tutti i suoi dubbi vengono fugati quando diventa protagonista di un incidente quasi mortale. Da quel momento in poi, una sorta di dono entra in lei. Grazie alla visione dello spirito di suo padre Jacob (Bob Odenkirk), morto misteriosamente quando lei era non era nemmeno un’adolescente, incomincerà a viaggiare nel tempo in maniera non lineare.

Questo sarà solamente l’inizio di un viaggio metafisico e surreale, visivamente maestoso e travolgente, capace di annullare la distinzione tra ciò che è reale e non. Soprattutto, da questo momento, Alma non sarà più la stessa e comincerà a vedere il mondo sotto una luce completamente diversa.

Tra Waking Life e A Scanner Darkly

Ovviamente, un po’ tutti faranno subito il collegamento con Richard Linklater. Guardando la tecnologia animata in rotoscope di Undone, infatti, risulta impossibile non pensare a due dei suoi più grandi capolavori: Waking Life e A Scanner Darkly. Non a caso, il team responsabile dell’animazione è proprio lo stesso del capolavoro di Linklater con Keanu Reeves protagonista.

Ma i punti di contatto con le due opere non sono certo finite qui. Infatti, proprio lo stato che coinvolge la protagonista e la catapulta in una dimensione onirica è stata una caratteristica dei due film di Linklater. Dimensione onirica usata sia come fuga dalla realtà sia come stimolante per riconoscerne gli aspetti positivi, e trascinare la stessa Alma nel turbinio della vita. E il gioco riesce perfettamente, anche grazie alla solida regia di Hisko Hulsing, che riesce a guidarci nel labirinto della mente della protagonista.

La storia si ritrova in crescendo, assumendo quasi i contorni di un giallo a tinte drammatiche, così come di un racconto di formazione. Noi stessi restiamo trascinati dall’esperienza incredibile di Alma e risultiamo quasi imbambolati di fronte al turbinio degli eventi. Naturalmente, il tutto è condito con una dose di black humor, nostalgia e crisi esistenziali capace di toccare gli animi sensibili degli spettatori come pochi. Da questo punto di vista, la mano di Waksberg si sente tutta, riconducendoci direttamente al personaggio di BoJack.

Ogni protagonista della storia è definito perfettamente con le sue battute. Da Sam (Siddharth Dhananjay) a Becca (Angelique Cabral), rispettivamente il fidanzato e la sorella di Alma, ogni protagonista è delineato tridimensionalmente.

Una serie perfetta? Quasi

Undone ha comunque degli scheletri nell’armadio. Infatti, molte puntate rappresentano dei veri e propri passaggi a vuoto specialmente sul versante narrativo. Complice forse la durata corta (20-25 minuti a episodio), la forzatura di raccontare troppe cose in poco tempo è palpabile, sotto tutti i punti di vista.

Anche il finale della serie in sé arriva in maniera quasi telefonata. Se lo spettatore segue assiduamente la serie concentrandosi su tutti gli aspetti delle puntate (soprattutto quello investigativo), l’ultima puntata a lui risulterà quasi scontata e banale. Una macchia che poteva sì essere evitata, ma a cui non si fa quasi caso, nel momento in cui è la dimensione emozionale a prevalere.

La sensazione di essere davanti all’ennesimo gioiellino di casa Prime Video resta, e anzi si consolida. Nicolas Gomez Davila in uno dei suoi aforismi scrisse: “Se l’universo non è impegnato in un’avventura metafisica, tutto è banale.
Ecco, sembra che gli autori abbiano preso alla lettera il suo insegnamento.