12 Giugno 2020 - 16:20

Università: la grande assente nei discorsi e nei fatti dei nostri politici

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Un Paese che riapre prima le discoteche e lascia brancolare nel buio milioni di studenti. Ecco come le Università sono state dimenticate dal Governo

Non c’è stato un discorso, una promessa, un incoraggiamento nei confronti di milioni di studenti universitari. Né Conte né la ministra dell’Istruzione Azzolina hanno rivolto delle parole ad un mondo che dovrebbe essere la base di un paese civilizzato: l’Università. Il Decreto Scuola ha ancora tante lacune tra cui, la più importante, quella di pianificare le prossime riaperture a Settembre. Si discute, si litiga, ci si diverte a pensare a studenti chiusi nei plexiglas ma, alla fin dei conti, nulla di compiuto è stato fatto.

Si riaprirà? Come? Metà classi faranno lezione in aula e un’altra metà continuerà con la didattica a distanza? Orari diversi per fascia d’età? Insomma, le domande sono tante e le risposte tardano ad arrivare. Ma nel mondo dell’università queste domande non sono mai state poste. Nel Decreto Rilancio una parte degli stanziamenti sono stati destinati alle università. I primi 62 milioni serviranno ad aiutare gli studenti che non hanno accesso a strumenti adatti alla didattica telematica, aggiungendosi agli altri 50 milioni stanziati attraverso il Cura Italia. I fondi serviranno a finanziare l’accesso da remoto a banche dati e a risorse bibliografiche, l’acquisto di dispositivi digitali e l’accesso a piattaforme digitali sia per fini di ricerca che per didattica a distanza.

Come tristemente noto, la ricerca nel corso degli anni ha avuto dei tagli vertiginosi, dimostrando quanto nel nostro Paese sia più facile varare misure di assistenzialismo piuttosto che investire nell’istruzione. Investire nella scuola e dunque nelle università significa investire nella classe dirigente che un domani dovrà guidare questo Paese.

Fase 3

Ma il quesito da porsi oggi è diverso. Siamo nella tanto attesa Fase 3. Finalmente torniamo ad assaporare la libertà che a causa del Coronavirus c’era stata tolta. Possiamo uscire a fare passeggiate, prendere il caffè con un amico, andare a trovare i nostri cari, rivedere il tanto desiderato mare. Insomma, la normalità pian piano sta ritornando. Certo, una normalità diversa fatta di distanziamento fisico – non sociale, in quando i rapporti sono di nuovo in auge – e mascherine. Per gli amanti del cinema e del teatro un’altra bella notizia: dal 15 Giugno riapriranno teatri e cinema. E per chi preferisce ballare sarà possibile riunirsi nelle discoteche all’aperto e deliziarsi a suon di musica. Ma attenzione, qui la distanza aumenta di due metri tra una persona e l’altra.

Insomma, è possibile fare tutto, con le precauzioni certo, ma tutto è aperto e pronto per accogliere le persone. Tranne l’università. Prendere un caffè è possibile ma sostenere un esame in un’aula universitaria no. Incontrare un amico in un parco è possibile ma essere ricevuti da un professore per dei chiarimenti no. Andare al cinema, luogo chiuso per eccellenza sarà possibile, ma poter laurearsi di fronte ad una commissione di docenti insieme ai propri colleghi no. Insomma, siamo di fronte all’assurdo. Dove si corre per far riaprire le discoteche (nulla in contrario, sia chiaro) ma non ci si pone il quesito di come i nostri studenti si debbano preparare per diventare la classe dirigente del domani.

Gli esami online

Altro quesito interessante è l’incognita degli esami online. Non è questa certamente una polemica sterile. Nei talk di tutte le televisioni abbiamo assistito a discorsi su come far sostenere gli esami di maturità ai prossimi maturandi. Online? Solo scritto, solo orale? In presenza? Oggi sappiamo con certezza che gli esami online si svolgeranno in presenza e che saranno costituiti da una sola prova orale. L’università, giustamente, non concede sconti. Gli esami e i programmi di esami continueranno ad essere gli stessi.

Molte università si sono attrezzate nel dare disposizioni e linee guida. Durate delle prove, verifica dell’autenticità della persona, addirittura si è arrivati a richiedere di sostenere gli esami scritti con due dispositivi collegati alla piattaforma: uno che inquadrasse il viso del candidato e uno che inquadrasse le mani. Per di più, la legge scritta che governerà questa sessione estiva sarà la possibilità di vedere il proprio esame annullato se la connessione internet dovesse cedere per più di due volte nel corso di svolgimento dell’esame.

Tanti studenti stanno vivendo con l’ansia di vedere il proprio lavoro andare in fumo a causa di una connessione lenta, di un imprevisto che possa mettere in discussione tanti mesi di studio. Sì, perché l’università è una scelta che comporta tanti sacrifici e lo sanno bene i milioni di studenti che sognano un futuro migliore. Un Paese che non comprende questo non è degno di chiamarsi tale. L’università è stata dimenticata, ma essa continua a vivere grazie a tutti coloro che credono nel sapere.