USA, Election Day: Ohio dice sì all’aborto
Per la prima volta nella storia degli USA, l'Ohio introdurrà il diritto all'aborto. Philadelphia, intanto, ha eletto la sua prima sindaca
Una buona notizia per i democratici degli USA in vista del 2024. Il diritto all’aborto resta un fattore importante per la vittoria del partito, anche in Stati rossi che nel 2020 hanno votato per Trump come l’Ohio. Proprio in quest’ultimo, infatti, gli elettori hanno inserito nella Costituzione statale il diritto di ciascuno ai trattamenti medici riproduttivi, incluso ma non solo l’aborto. Un momento alquanto storico, in quanto si tratta della prima volta in cui questo diritto viene riconosciuto.
Anche in Kentucky il tema ha avuto un buon approccio, con il governatore democratico Andy Beshear che ha conservato la sua poltrona facendo leva sul tema. In Virginia, poi, il governatore Glenn Youngkin, repubblicano, ha fallito nel tentativo di controllare l’intera legislatura. Il Senato e la Camera dello Stato sono passati entrambi in mano ai democratici. Youngkin non potrà far passare un divieto all’aborto dopo le prime 15 settimane di gravidanza e tramontano le sue vociferate ambizioni di entrare in ritardo nelle presidenziali 2024. Biden e il suo staff useranno la vittoria di ieri per ribadire che non sono i sondaggi ma i voti che contano.
L’Ohio è il settimo stato ad inserire nella sua Costituzione la protezione dell’aborto dopo il capovolgimento della sentenza Roe vs Wade. Altri Stati, però, puntano a farlo in vista del 2024, soprattutto grazie al rinnovato entusiasmo dei giovani sotto i 30 anni. I gruppi pro-choice hanno puntato sull’innato fastidio degli americani per l’interferenza del Governo nelle scelte private dei cittadini. Ma le buone notizie non finiscono qui.
Biden alla riscossa
Infatti, a Filadelfia i dem hanno eletto la loro prima sindaca di Filadelfia, Cherelle Parker, 51 anni. La donna afromericana sostituisce Jim Kenney, che non era idoneo alla rielezione a causa del limite dei mandati. Biden appare per ora in svantaggio su Trump, ma cinque Stati sono in bilico, e i punti percentuali di distacco sono solo 4 (49% contro 45%).
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