14 Ottobre 2020 - 16:44

USA, Elezioni 2020: i punti di forza e di debolezza di Biden e Trump

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A poco meno di un mese dalle fatidiche elezioni USA, analizziamo punti di forza e debolezza dei due candidati: Joe Biden e Donald Trump

Un dibattito televisivo tra i più brutti della storia politica americana, che nonostante tutto ha delineato già una precisa rotta verso cui le elezioni USA stanno andando. Joe Biden è favorito, complice un profilo molto più moderato e diligente rispetto a quello dell’avversario Donald Trump, nettamente più radicale e collegato al mondo dell’oligarchia e a Wall Street. Il candidato democratico, invece, ha approfittato di questo per riavvicinare il popolo e porre soluzioni su temi importanti come pandemia e salute.

Infatti, questo sembra essere uno dei punti di forza di Joe Biden. Ovvero quello di aver riportato in auge questioni molto controverse e mai affrontate nel corso degli anni, come il tema della sanità. Complice anche il pericolo che ha generato e sta generando l’epidemia del Coronavirus, il candidato democratico ha avuto spazio e tempo per affrontare la questione in modo chiaro e netto. Cosa che, naturalmente, lo avvantaggia rispetto al rivale Donald Trump. Quest’ultimo è colpevole di una gestione a dir poco dozzinale del problema e soprattutto di una posizione che, nel corso dello sviluppo, si è rivelata alquanto ambigua.

Per il presidente degli USA, infatti, grava soprattutto la continua “giravolta” nei confronti del virus. Il virus che c’è o non c’è a seconda dei trend e dei momenti di “sentiment” del pubblico. Una grave sintesi della destra mondiale al giorno d’oggi. La destra dedita al populismo e a posizioni scellerate, che si cerca di far passare per buone a causa della propria forza.

Molto interessante è, allo stesso tempo, vedere come i vari settori lavorativi siano effettivamente divisi tra destra e sinistra. Se il lato industriale propende fortemente nei confronti del “tycoon”, quello delle energie rinnovabili si collega in maniera indissolubile all’ex vice di Obama.

Chi la spunterà?

Nuovo mondo contro vecchio mondo

La riflessione appare abbastanza scontata, ma di questi tempi non lo è affatto. Per capire effettivamente dove si potrebbe dirigere l’elettorato americano, basta fare una distinzione che sembra dozzinale e semplice. Stiamo parlando di quella tra progresso e stasi. Tra nuovo mondo e vecchio mondo. In un mondo dove il trend globale sta sempre di più dirigendosi verso fonti di energia rinnovabili e meno sfruttamento di materiali nocivi per l’uomo, la bilancia pende naturalmente a favore di Biden. L’industria 4.0 è un vero e proprio ago che può indicare la strada che compiranno gli USA.

Se dal punto di vista delle telecomunicazioni, la situazione è sostanzialmente neutrale (Twitter, Facebook e Fox si annullano, di fatto, con il loro parere perfettamente diviso), il settore tecnologico è sicuramente quello più orientato. L’industria 4.0 è ampiamente supportata dal candidato democratico, che deve far fronte, proprio per questo, agli attacchi continui da parte dei magnati dell’industria “vecchio stampo”. Lo scontro è quindi facilmente riconducibile anche ad altre due fazioni: progressisti e conservatori.

L’America, da sempre, si professa come la più grande democrazia del mondo, decantando a destra e a manca i suoi continui passi avanti nel progresso. Eppure, a conti fatti, vi sono ancora Stati (soprattutto quelli del Sud) che sono alquanto arretrati nelle valutazioni e che sono fortemente radicati ad un ideale di Stato “senza immigrati”, complottisti fin nel midollo e negazionisti del virus. Da questo punto di vista, la malattia di Trump è stata sfruttata dallo stesso presidente come veicolo per le sue aspirazioni presidenziali.

Già questo dovrebbe far pensare bene. Avere un presidente subdolo, meschino e completamente allo sbaraglio, che tenta di tirare l’acqua al suo mulino pur sapendo di aver portato, con i suoi provvedimenti, l’America alla rovina, è una rovina a sua volta. Chissà se gli abitanti americani lo capiranno in tempo.