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Dopo tutto il parapiglia scatenato da quell'”I Can’t Breathe” urlato da George Floyd prima della sua morte, gli USA sono in rivolta. E per correre ai ripari, Donald Trump opta per le misure estreme. Il presidente, infatti, con un decreto legislativo, ha disposto ufficialmente la riforma della polizia. A sorpresa, ma nemmeno tanto, nel decreto è contenuta la limitazione del “chokehold”, tecnica di strangolamento usata per immobilizzare un “sospetto”. Proprio da una strana “variante”, Floyd fu ucciso il 25 Maggio scorso.
Dopo essere stato schiacciato per 8 minuti e 46 secondi sotto il ginocchio e il peso dell’agente Derek Chauvin, l’uomo è deceduto. E così, il movimento Black Lives Matter ha cominciato il suo filone di proteste, che ha avuto come effetto il provvedimento di Donald Trump. Esso si incardina su un piano di finanziamenti per migliorare gli standard dell’azione di polizia. I fondi verranno versati solo ai Dipartimenti che aboliranno l’uso del chokehold. La mossa, però, verrà mantenuta comunque come ultima risorsa in caso di minaccia diretta per la vita del poliziotto. In più, sarà formata una blacklist.
L’obiettivo è evitare che un agente licenziato in un distretto possa essere assunto in un altro, ricominciando come se non fosse successo nulla. Trump ha avvolto il pacchetto di misure in un discorso di 20 minuti, senza accettare domande. E, come suo solito, si è scagliato contro Obama e Joe Biden, colpevoli di non aver combinato nulla sulla sicurezza.
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