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VAR, che disastro: è già arrivato al capolinea?

Giornata di disastri in Serie A con la VAR; da San Siro a Udine ed infine a Ferrara, quanti errori: funziona davvero la comunicazione con gli arbitri?

L’avvento della VAR (o del VAR, come preferite) sulla Serie A sembrava aver placato il fuoco tra le tifoserie ed allenatori sugli episodi da moviola. Ma forse in Italia ci siamo illusi troppo presto.

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Con le ‘leggere’ restrizioni del lavoro degli arbitri piazzati davanti al computer, nella quarta giornata di campionato si è assistiti ad alcuni episodi che hanno mandato sulle furie soprattutto Inter e Torino.

I casi di giornata

Inter-Parma 0-1

Gli episodi più discussi sono quelli di San Siro dove Manganiello (arbitro centrale) e Rocchi (al VAR) ne hanno combinato di cotte e di crude.

Il primo episodio è al 3′ del primo tempo: Gagliardini entra nettamente in ritardo ed in maniera scomposta sul ginocchio di Di Gaudio, che resta giù dolorante. Viene solo assegnato il fallo ma non c’è né ammonizione, né consulto dall’alto (e se c’è, dice che è tutto ok).

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Lo stesso intervento lo riserva Stulac proprio a Gagliardini sempre nel primo tempo, ma qui almeno la sanzione c’è ed è giallo.

Ma l’episodio più importante è ad inizio ripresa. Perisic fa una serpentina in area di rigore e calcia verso la porta, Sepe è superato ma Dimarco toglie il pallone dalla porta. Dal replay si evince come il pallone venga spostato con il gomito dal terzino ducale. Manganiello chiede aiuto a Rocchi (giustamente) per valutare l’episodio al ‘check’ ma l’arbitro non viene invitato a bordocampo e fa riprendere con un calcio d’angolo. Errore gravissimo e che ha mandato su tutte le furie gli interisti.

Infine, lo stesso Dimarco segna il gol decisivo. Bellissimo per carità, ma tutti (tranne Handanovic, che si lamenterà solo a fine partita) non si accorgono che la visuale del portiere è coperta da un giocatore del Parma in fuorigioco. La distanza del tiro dalla porta (circa 30 metri) avrà mandato ‘fuorigioco’ anche il VAR, al punto da non comunicare nulla a Manganiello. Il guardalinee lo escludiamo da una mancata segnalazione, non ci sembra giusto.

Udinese-Torino 1-1

Un solo episodio, grave e che ha influenzato il corso del match. Sullo 0-0, il Torino va in gol con Alex Berenguer, servito ottimamente da un compagno e che di testa batte Scuffet.

Caliari, il secondo assistente di Paolo Valeri, segnala il fuorigioco ma dal replay si evince come Berenguer sia nettamente dietro addirittura a due giocatori dell’Udinese. E del VAR? Nessuna traccia. Passa tutto liscio come se non fosse successo niente. Un consulto ci sarà stato sicuramente ma non cambiare la decisione non è giustificato.

Come se non fosse successo nulla, si è ripresi con un calcio di punizione. Ma l’episodio rimane, grave ed inequivocabile.

Juventus-Sassuolo 2-1

Qui il caso meno ‘grave’, dove la tecnologia ha saputo aiutare ma non del tutto. L’episodio è legato alla gestione di Chiffi su Douglas Costa. Dopo il gol di Babacar, il brasiliano, venuto in contatto con Di Francesco, accenna ad una testata e ad un battibecco con il giocatore di De Zerbi.

L’arbitro decide ‘solo’ per l’ammonizione, mentre dal VAR non viene giudicata anche la gomitata rifilata a gioco in corso sempre dall’11 bianconero al giocatore neroverde. Quest’ultima è sotto indagine per un’eventuale prova TV (domani la sentenza).

La tecnologia però aiuta Chiffi quando deve espellerlo per lo sputo sempre rifilato al ‘povero’ Di Francesco. Il gioco riprende per oltre un minuto, poi il VAR interviene e segnala all’arbitro di dover prendere un provvedimento più duro della semplice ammonizione precedente. Adesso si attende solo il Giudice Sportivo.

Spal-Atalanta 2-0

Episodio grave ‘svalutato’ dal VAR nel ‘Monday Night’. Sul 2-0, al 90′, Petagna commette fallo su Ilicic: Mariani opta per un calcio di punizione a pochi centimetri dall’area di rigore ma il replay sconfessa la decisione arbitrale.

Qui dovrebbe entrare in aiuto la tecnologia ma Calvarese (agli schermi) conferma la decisione dell’arbitro. In realtà, il fallo avviene nettamente in area di rigore, togliendo così la possibilità agli orobici di poter accorciare le distanze dal dischetto.

Con questi episodi, a campionato da poco iniziato, ci si chiede: ha davvero senso l’utilizzo del VAR? Può uno strumento essere già stato ‘sedotto e abbandonato’ dopo appena una stagione? 

Marcello Nicchi ha dato ragione ad Inter e Torino, Nicola Rizzoli invece? Bisogna dare delle risposte, per il bene del movimento calcio in Italia.

 

Nando Armenante

25 anni da Cava de' Tirreni, studente presso la facoltà di Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno, indirizzo Editoria. Giornalista pubblicista dal 30 settembre 2020. Porto avanti la passione ed il sogno di diventare giornalista, in particolare scrivendo di sport (di calcio in particolar modo) ma anche di attualità, su tutto ciò che accade nella città in cui vivo e sull'intero territorio.

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