19 Febbraio 2017 - 17:12

Viaggi zaino in spalla: ecco la storia di Andrea

Viaggi zaino in spalla: “ogni tanto bisogna staccare da tutto e concedersi un po’ di tempo per se stessi, per viaggiare, per farsi trasportare dal fascino di nuovi luoghi”

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Prima o poi, tutti sentiamo la necessità di staccare la spina dalla routine quotidiana, e di catapultarci appieno, anche solo per un breve periodo, in nuove avventure, per vivere esperienze ed emozioni differenti.

Ed è proprio quello che ha fatto Andrea Matera, un ragazzo Italiano di 29 anni, originario di Treviso, ingegnere informatico presso la Hewlett Packard Enterprise di Milano.

Appassionato da sempre di sport e viaggi, ha deciso di unire entrambe le passioni, concedendosi un’esperienza di viaggio che gli consentisse di staccare la spina dalla solita vita, e vivere un nuova e magnifica avventura; oggi vi raccontiamo la storia del suo viaggio.

Rota Vicentina

Ecco la sua storia

Zaino in spalla, abbigliamento tecnico leggero e due bastoncini per affrontare al meglio il trekking; era lo scorso Ottobre, e questo era tutto ciò che avevo con me quando mi accingevo a partire per intraprendere un viaggio completamente in solitaria.

Avevo scelto di percorrere la Rota Vicentina, un cammino di 230 km sito nella costa sud del Portogallo, quasi interamente affacciato sulla costa oceanica, con sentieri immersi nella selvaggia natura e panorami da mozzar il fiato; lo avrei percorso da nord verso sud, e per rendere il viaggio più estremo ed avvincente, avevo deciso di compiere tutto il percorso in soli 6 giorni. Mi attendevano circa 38 km di camminata al giorno; una bella sfida, lo so, ma ho sempre amato le sfide…

Rota Vicentina

Nei mesi precedenti alla partenza, mi ero allenato con delle uscite di trekking in montagna e sessioni di corsa, e avevo studiato per bene tutto il percorso, suddividendolo in tappe giornaliere; avrei seguito “il mio percorso”, nato da un mix del Sentiero Storico con il Sentiero dei Pescatori, così da camminare sulla costa oceanica ogni volta che avrei potuto.

Avevo prenotato il volo e gli ostelli più economici, e calcolato un badget di spesa giornaliera di circa 15-20€ per cibo e acqua; ed, infine, avevo cercato di ottimizzare portando con me il meno possibile, così da risparmiare spazio e peso nello zaino (anche se, alla fine, è arrivato a pesare 15kg. Troppi!!).

Poi… sono partito…

Mappa della Rota Vicentina:
– Blue : Cammino dei pescatori
– Verde : Cammino storico

Il diario di viaggio

1° giorno, Santiago de Cacem – Cercal do Alentejo 

Rota Vicentina

E’ il primo giorno di cammino e sono travolto da mille emozioni; l’idea di camminare da solo, per chilometri e chilometri, mi trasmette una carica di adrenalina.

Il cammino ha inizio nel punto in cui è situata la chiesa di Santiago, arroccata sulla collina che si erge su tutta la pianura circostante, in direzione Vale Seco; sono da poco uscito dal centro abitato, che già mi ritrovo catapultato in un ambiente completamente selvaggio e ricco di vegetazione, circondato da Eucalipti, Querce e Sugheri. Per essere il primo giorno di cammino, sarà di sicuro il più duro ed impegnativo: ben 41 km!

Ci impiego 8h, a raggiungere la mia destinazione, e senza mai imbattermi nella benché minima presenza di un essere umano; solo qualche uccello e qualche vacca mi accompagnano durante questa prima giornata.

Stanco e assetato, arrivo a Cercal do Alentejo nel tardo pomeriggio, dove, nel bellissimo hotel Casazul M&B, finalmente incontro una persona umana, e trovo un comodo letto ad accogliermi. Una  lunga e calda doccia rigenerante,un ottima cena, a base di carne e birra Sagres per poco più di 10€, e sono pronto a crollare per recuperare le energie necessarie per il giorno seguente.

2° giorno, Cercal do Alentejo – Vilanova de Milfontes

Rota Vicentina

Parto di buon mattino, con un enorme sorriso stampato sul volto; sono euforico ed emozionato, perché so che la tappa di oggi mi condurrà ad ammirare l’oceano.

Dopo alcune ore di cammino, fra sentieri e vegetazione, ecco che appare lui, stupendo ed immenso, l’oceano; una visione che mi lascia senza fiato, di una potenza e forza che mi travolge completamente, e non riesco a trattenere le lacrime per l’emozione.

Mi concedo una lunga sosta con vista sull’infinito, un pranzo leggero e ricco di frutta, e via, si riparte, di nuovo in cammino.

A differenza del sentiero storico, che si estende nell’entro terra, il cammino dei pescatori offre un meraviglioso paesaggio sul mare, con calette nascoste da ripide scogliere e chilometri e chilometri di spiaggia libera e selvaggia; camminando lì, solo, con il dolce suono dell’oceano, provo un forte e profondo senso di pace.

Arrivo a Vilanova de Milfontes stanco ma felice, dove ho la fortuna di conosce Helder, un ragazzo portoghese naturalizzato svizzero, che pernotterà nel mio stesso hostel  e che, come me, sta percorrendo la Rota Vcentina da solo; così decidiamo che, il giorno seguente, cammineremo insieme.  Ma ora è tempo di recuperare energie e godersi la serata. Ci concediamo una ricca cena a base di pesce, in un ristorantino molto rustico e dal sapore locale, che, unita a chiacchiere e risate, allieta la nostra serata.

3° giorno, Vilanova de Milfontes – Zambujera do Mar

Rota Vicentina

La sveglia suona prima che sorga il sole, e ci permette così di gustare l’alba sul mare durante il cammino; quale modo migliore per iniziare al meglio la giornata.

Ci lasciamo alle spalle Vilanova incamminandoci tra dune di sabbia e campi di grano; il sentiero di oggi si estende fra scogliere a strapiombo sul mare, regalandoci brividi di emozioni ed una meravigliosa veduta su tutta la costa.

Verso la fine della tappa, la stanchezza dei chilometri percorsi inizia a farsi sentire, insieme il caldo afoso della giornata ed al rettilineo stradale che sembra non finire mai; arriviamo finalmente alla meta nel primo pomeriggio, e ci regaliamo un bagno rigenerante nell’oceano, sulla meravigliosa spiaggia di Zambujera do Mar, prima della solita gustosa cena a base di pesce.

4° giorno, Zambujera do Mar – Aljezur

Rota Vicentina

Il ritmo delle giornate inizia a farsi costante: sveglia pre-alba, colazione leggera, e poi si parte per un’altra giornata di cammino, fra mare e vegetazione; la pausa pranzo arriva proprio quando il sole inizia ad alzarsi alto nel cielo.

Helder, il mio compagno di viaggio, decide di fermarsi ad Odeceixe, la meravigliosa cittadina sita a metà strada della tappa, poiché sente il bisogno di riposare e continuare con più calma il suo viaggio. Lo saluto con un po’ di dispiacere, avevamo imparato a tenere un buon passo unito ad un interessante scambio di opinioni italo-portoghesi; ma il mio viaggio deve continuare.

Così riparto per il mio cammino in solitaria, lungo le rive del percorso d’acqua artificiale che irriga i terreni agricoli delle fattorie locali. Senza accorgermene, lascio il mio amato oceano, e mi ritrovo nelle colline del distretto di Faro. La mia destinazione, la cittadina di Aljezur, è nascosta in una conca fra diversi promontori, un vero gioiellino artistico sperduto tra la fitta vegetazione.

Pernotto all’hostell Mayla Surf House, semplice e dall’atmosfera familiare, gestito da una giovane coppia, lei italiana e lui brasiliano, che hanno deciso di avviare la loro attività qui, in Portogallo, ed offrono pernottamento e lezioni di Surf in una spettacolare location (a due passi dal famoso spot di Arrifana).

5° giorno, Aljezur – Carrapateira

Rota Vicentina

 Il quinto giorno di cammino passa velocemente grazie alla particolarità del percorso, con un continuo e strapiombante sali e scendi, fra colline e montagne.

Arrivo presto a Carrapateira, è questo mi rende felice perché mi concede di godere dell’intero pomeriggio nella incantevole, particolare, grande e desertica spiaggia di Bordeira, unica nel suo genere, con chilometriche dune di sabbia.

La notte la trascorro nel più bizzarro ostello di tutto il percorso, il Green Hostel, una vera e propria capanna dove si dorme su di un materasso letteralmente in terra.

Vado a letto presto; domani sarà l’ultimo giorno di cammino, e si prevede una bella e lunga camminata. Voglio essere riposato e pronto per godere della giornata, e concludere al meglio il percorso.

6° giorno, Carrapateira – Cabo S. Vicente

Rota Vicentina

Ecco che sorge il sole; è Sabato, è sarà l’ultimo giorno di cammino.

Mi sveglio con una sensazione di carica immensa dentro me; so che tutto ciò sta per finire (di già), e provo tristezza e felicità: triste che stia volgendo al termine, ma felice di averlo compiuto.

Risalgo il paesino nel buio della notte, con il sole che inizia a spuntare nel cielo, e trovo una non troppo piacevole “sorpresa” ad attendermi: grossi cani randagi si trovano proprio sulla strada del cammino, si accorgono di me e si avventano nella mia direzione… ecco il panico; cosa fare? Sicuramente correre non è una buona idea, specialmente con il peso dello zaino; “restare lucidi, restare lucidi” mi ripeto. Così faccio un grosso respiro ed afferro i bastoncini da trekking come fossero spade; poi resto immobile ad osservarli.

Quando il primo dei due cani si avvicina abbaiando, sventolo con forza il “bastone” verso di lui, ed inizo a parlare a voce alta ed autoritaria. Fortuna? Forse si; fatto sta che funziona, perché entrambi i cani indietreggiano.

Riprendo a camminare lentamente e con i bastoni ancora puntati verso di loro; mi seguiranno per le successive due ore di cammino, fin quando non giungo in un piccolo borghetto di nome Pedralva. Mi fermo all’unico bar del paese per fare colazione, felice di potermi riposare al sicuro. Quando torno sul sentiero, i cani sono spariti, e riprendo sereno il mio cammino.

L’emozione dell’ultima tappa si fa sentire: sono così desideroso di percorrere gli ultimi chilometri e giungere alla meta, che decido di non fare la sosta pranzo a Vila do Bispo, ma continuare fino a raggiungere nuovamente l’oceano.

Sembra assurdo, ma ogni volta che ritrovo l’oceano sono assalito da mille sensazioni meravigliose, e le paure, ansie, disagi e dolori sembrano sparire, lasciando posto solo a lui, l’immenso e potente oceano blu; lo osservo, lì dinnanzi a me, avvolto da una terra selvaggia e desolata che sembra voler abbracciarlo, senza però riuscirci.

Mi siedo sul un promontorio a picco sul mare e mi godo l’ultimo pranzo al sacco della Rota.

Arrivo a Cabo S. Vicente con le gambe esauste, una piccola vescica all’alluce e tanta tanta voglia di una Cerveza (birra) ghiacciata.

La vista dell’oceano all’estremo della penisola iberica mi regala la soddisfazione e la gioia di aver completato questa bellissima avventura.

Rota Vicentina

“Ogni tanto bisogna staccare da tutto, prendersi un po’ di tempo per se stessi, viaggiare e farsi trasportare dal fascino di luoghi nuovi…”

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