Attualità

La Virginia adotta nuove regole transgender per le scuole pubbliche

Usare i pronomi preferiti dallo studente e non mettere in discussione la scelta del bagno: queste alcune delle novità introdotte nelle scuole pubbliche della Virginia

Lo Stato della Virginia, nel sud-est degli USA, si adegua agli importanti cambiamenti sociali relativi alla questione di genere che stanno coinvolgendo il mondo intero. Già da diversi anni, ormai, si parla delle delicate e fondamentali questioni del transgenderismo e della disforia di genere a lungo taciute. Numerose nazioni hanno iniziato ad adottare nuove politiche mirate all’inclusione di persone che non si riconoscono nel proprio genere biologico, perché possano godere degli stessi diritti riservati ai cosiddetti cisgender (coloro che, al contrario, si sentono a proprio agio con il sesso e il genere che gli sono stati attribuiti alla nascita).

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Le nuove regole per le scuole pubbliche della Virginia

Il Dipartimento dell’Istruzione della Virginia era tenuto per legge a creare politiche modello per i Consigli scolastici riguardo al trattamento degli studenti transgender, entro e non oltre il 31 dicembre 2020. Le bozze sono state ora rese pubbliche e richiedono alle scuole di utilizzare i pronomi preferiti dagli studenti e di consentire agli studenti di utilizzare il bagno di loro scelta.
Il documento include anche un glossario di termini, uno dei quali è “assegnazione del sesso” che viene definito come: “Un’etichetta, generalmente ‘maschio’ o ‘femmina’, che viene tipicamente assegnata alla nascita sulla base di un gruppo di caratteristiche anatomiche. L’intersex si riferisce a qualcuno la cui combinazione di cromosomi, gonadi, ormoni, organi sessuali interni e genitali differisce dai due modelli previsti di maschio o femmina“.

Gli studenti non hanno bisogno di dimostrare in alcun modo di essere effettivamente transgender, affermano le politiche. Non sono necessari “diagnosi, cure o documenti legali” per gli studenti per affermare che il loro genere è diverso dal loro sesso biologico e ottenere l’accesso a ciò che viene offerto agli studenti transgender.
Inoltre, ai docenti e al personale deve essere detto di creare “soluzioni a breve termine” nel caso in cui il genitore o il tutore di uno studente non accettasse le loro affermazioni di transgenderismo. Questo può includere la chiamata ai servizi di protezione dell’infanzia se si ritiene che uno studente “sia stato maltrattato, trascurato o a rischio di abuso o abbandono da parte dei genitori a causa della sua identità transgender“.

Roberta Capo

Con una Laurea Magistrale in Comunicazione Pubblica e d'Impresa conseguita presso l'Università degli studi di Salerno, ha iniziato a collaborare con le testate online Zon.it e Zerottonove.it per avvicinarsi al mondo del giornalismo e coniugare due grandi passioni: la scrittura e l'inchiesta. Giornalista Pubblicista dal 2019.

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