6 Giugno 2016 - 13:55

Elezioni amministrative 2016: vincitori, vinti e…

elezioni amministrative

Le elezioni amministrative bocciano totalmente le strategie renziane e obbligano i “democrats” a riorganizzarsi nel minor tempo possibile. Sorpresa a Napoli dove la candita Valente si è “classificata” terza dopo De Magistris e Lettieri

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Il “comune” è uno degli enti territoriali più importanti nella geografia politica italiana; dotato di autonomia amministrativa e dedito agli interessi locali, si caratterizza per la peculiarità di essere l’organizzazione più vicina al cittadino.

Come di solito accade durante le diverse tornate elettorali, le elezioni amministrative possono essere considerate come quelle che “appassionano” maggiormente la popolazione italiana (proprio in virtù della vicinanza tra il municipio e la gente) e quelle che riescono, in maniera più o meno esplicita, a inviare un messaggio “chiaro e diretto” alla “gestione” politica della nazione.

Facendo riferimento a questo tipico aspetto, la competizione appena terminata è riuscita (considerando in particolar modo le grandi realtà in cui si è votato) a dare una risposta più che imponente alla particolare realtà italica di questi anni.

elezioni amministrative

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In base a quanto stabilito dalle urne, è possibile individuare una serie di elementi caratteristici che da un lato richiamano ad una vera e propria risposta alla gestione nazionale e dall’altro fanno eco alla richiesta di “cambiamento amministrativo reale” paventata nei diversi mandati.

Il primo, significativo, dato (di chiaro stampo politico) è riscontrabile nella generale bocciatura delle strategie renziane diffuse ormai in tutta Italia.

Queste elezioni amministrative, infatti, hanno portato alla “dichiarata” bocciatura delle politiche bypartisan inaugurate con l’allargamento della maggioranza di governo e riproposte a livello locale.

Da questo punto di vista le vicende Napoli e Roma, in cui il Pd si è presentato insieme ad Ala (il gruppo di verdiniani che appoggia il governo Renzi), mostrano come l’annessione nella coalizione di centro-sinistra di qualunque forza e lo spostamento eccessivo al centro non appassionano per nulla l’elettorato.

Allo stesso tempo il flop campano e il ballottaggio raggiunto per un soffio nella Capitale evidenziano come l’eccessiva sicurezza di vittoria dei dem (insita sia nell’atteggiamento della “nuova” classe dirigente del partito) sia stata duramente punita dalla popolazione che si è vista, praticamente, imporre di tutto in nome del “comando” a tutti i costi proposto (nei fatti e nelle parole) dai candidati (e non solo).

A tutto ciò si lega direttamente la questione “localistica” in cui si è giocato per lo più sulle mancanze delle gestioni precedenti (vedi Roma ma anche Torino e Bologna dove i candidati non hanno ottenuto il risultato sperato) e sul malgoverno che fino a qualche giorno fa ha caratterizzato il (triste) destino delle città chiamate al voto.

In questa specifica situazione ha avuto un ruolo di grande importanza anche la ricandidatura (da un lato e dall’altro) di personaggi che sono stati diretti responsabili dei “grattacapi” passati e la “disperazione” espressa dai cittadini (attraverso il voto in questo caso) per i fallimenti susseguitisi nelle varie legislature.

In attesa del ballottaggio che decreterà i prossimi amministratori locali, si può dire che questo primo turno delle elezioni amministrative ha permesso di far emergere (anche a gran voce) quel “grido” di aiuto che i cittadini richiedono da troppo tempo.

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