10 Marzo 2015 - 14:38

The sound of silence, poesia dell’incomunicabilità

Il 10 marzo del 1964 Paul Simon e Art Garfunkel registrano per la prima volta, in versione acustica, The Sound of Silence, ossimoro poetico dell’incomunicabilità umana

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The sound of silence, inizialmente The sounds of silence (al plurale), fu registrata come pezzo acustico per il primo album del duo Simon & Garfunkel, Wednesday Morning, 3 A.M., il 10 marzo del 1964, ma dopo l’aggiunta degli strumenti elettrici uscì anche come singolo. Un successo intramontabile, che nonostante i suoi cinquantuno anni, continua a suonare emozionante ed attuale. Per la sua inconfondibile dolcezza, per la sua vena poetica, per essere riuscito a concentrare in tre minuti la vera bellezza della musica.

Ciao oscurità, mia vecchia amica
sono venuto a parlarti di nuovo

Un incipit discusso, ma che da solo basta ad intuire l’intensità del testo. Simon ha spiegato in un’intervista che la frase era nata dalla sua abitudine di comporre al buio, nel bagno della sua abitazione. Ma i versi successivi, che vedono il protagonista ‘camminare solo attraverso sogni irrequieti’, acquisiscono immediatamente un valore simbolico che va oltre la banalità dell’oscurità casalinga.

I miei occhi furono abbagliati dal flash di un neon
che squarciò la notte… e scosse il suono del silenzio

E nella luce pura vidi diecimila persone e forse più

persone che parlavano senza dire nulla
persone che sentivano senza ascoltare

the sound of silenceSi fa qui spazio il tema portante della canzone, che è l’incomunicabilità, la difficoltà degli uomini di dare un senso alle proprie parole, rendendo inutili anche quelle pronunciate da altri. Così si è costretti a rifugiarsi nel silenzio, ma è un silenzio assordante, in cui implodono tutte le cose importanti taciute per la paura dell’incomprensione, e tutte quelle urlate nell’impassibile freddezza di chi non sa ascoltarle. Molti hanno visto nel componimento un riferimento allo sgomento del popolo americano per la perdita del Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, ucciso tragicamente il 22 novembre 1963; ma Simon e Garfukel hanno sempre smentito queste supposizioni.

“Sciocchi”, dissi, “non sapete
che il silenzio cresce come un cancro,
ascoltate la mie parole affinché possa istruirvi
prendete le mie braccia affinché possa raggiungervi”
ma le mie parole, come silenziose gocce di pioggia caddero nel nulla…
e riecheggiò la volontà del silenzio

Ogni gesto, ogni tentativo di avvicinarsi agli altri è spesso destinato a cadere nel vuoto, in un baratro nel quale ogni cosa muore prima ancora di essere pronunciata. E non c’è cosa più triste di un mondo paralizzato nella propria solitudine e nei propri egoismi. 

E la gente genuflessa ed in preghiera
al dio neon che si erano creati
e la scritta esclamò il suo avvertimento
nelle parole che andava componendo
e la scritta disse “le parole dei profeti
sono scritte nei muri dei sottopassi, e negli atri dei palazzi
e sussurò il suono del silenzio”

Il suono del silenzio diviene sempre più labile nell’incedere del testo, fino a trasformasi in un sussurro, un monito misto fra ribellione e rassegnazione, che invita per l’ultima volta le persone a rompere quel muro di indifferenza che le tiene lontane le une dalle altre, e spesso sole in se stesse.

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