2 Maggio 2015 - 14:25

Venditti presenta “Tortuga” alla Feltrinelli di Napoli

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Antonello Venditti, alla Feltrinelli di Napoli, incontra il pubblico e firma copie del suo nuovo album “Tortuga”. Riflessioni sul disco, la carriera  ed il ricordo dei cari amici Pino Daniele e Lucio Dalla

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Venditti

Venditti alla Feltrinelli

Antonello Venditti alla Feltrinelli di Napoli presenta “Tortuga”, suo ultimo lavoro in studio. L’album, su etichetta Heinz Music e distribuito dalla Sony Music dal 21 Aprile, è stato preceduto dal singolo “Cosa avevi in mente”, in rotazione dall’8 Marzo. Nove tracce, l’amore come tema caratterizzante, descritto dalla prospettiva del cantautore romano: “In amore vince chi sa aspettare, e chi ama vince sempre”.
Per Venditti questo nuovo album rappresenta un ipotetico tuffo nel passato, ma con un affioramento nel “mare” del presente, mirando all’orizzonte del futuro. Un viaggio in quaranta anni di esperienza, non solo musicale, ed il ritorno al bar, il Tortuga appunto,“Dove Nietsche e Marx si davano la mano”, che non è solo il punto di ritrovo dei ragazzi del “Giulio Cesare”, ma anche un luogo di passaggio e d’incontro di tutte le classi sociali. Un disco che coniuga, dunque, tradizione ed innovazione, che pur conservando una chiara matrice vendittiana, mostra, altresì, una certa apertura evolutiva verso la direzione di uno stile nuovo. “Un album per tutti, ci trovi di tutto” apostrofa Venditti.

Nella sala eventi del Megastore di Piazza dei Martiri, introdotto da Federico Vacalebre, critico musicale e giornalista del Mattino, il cantautore romano è accolto dall’ovazione dei fans. E lui si manifesta ai presenti con carisma e semplicità, tanto da sembrare che parli loro col cuore. Cinismo e spietatezza solo quando analizza, inevitabilmente, alcuni aspetti socio-politici che zavorrano il nostro Paese.

Venditti, “super” tifoso della Roma, nel prologo dell’incontro sottolinea come la sua presenza a Napoli abbia, oggi, anche un valore altamente simbolico, a margine dei recenti fatti calcistici – se di calcio si può parlare – che coinvolgono le due città. Sottolinea come sia assurdo  dover constatare che in Italia oggi si vive solo di calcio e politica, capaci di fagocitare tutti gli altri aspetti reali della nostra esistenza.

“Tortuga” nasce dalla collaborazione di più persone che ormai sono parte integrante della sua vita. Al cantautore romano a volte basta uno spunto, cui fa seguito la sua rielaborazione, volta a imprimere al testo e/o alla musica, i tipici caratteri “vendittiani”. Ideato e realizzato in un momento particolare della sua vita, caratterizzato dall’incolmabile vuoto lasciato dalle dipartite degli amici Lucio Dalla, Alessandro Centofanti (musicista ed arrangiatore fedele) e Pino Daniele.

Ed in merito al tragico destino del cantante napoletano, Venditti manifesta tutto il suo rammarico per non essersi trovato all’Argentario, dove spesso trascorre le vacanze, la sera del 4 Gennaio. Perché qualcosa gli dice che se fosse stato lì, quell’epilogo, forse, sarebbe potuto esser diverso; magari riusciva a persuadere Pino – o chi decideva per lui – a optare per un primo ed immediato soccorso nell’attrezzata e vicina unità operativa di Orbetello, anziché intraprendere un lungo viaggio in macchina alla volta di Roma. Ma questo, francamente è un discorso particolare, che però mostra il legame sincero e confidenziale che intercorreva tra i due cantanti.

Ed in merito all’amicizia, sottolinea come egli sia legato a questo sentimento con tanti altri colleghi, specie della sua generazione, e che assolutamente non è in competizione con loro. Nella musica, ci spiega, c’è emulazione ma non concorrenza. Ai tempi del suo esordio, nessuno avrebbe mai abbandonato un compagno nel momento del bisogno. Oggi invece il mondo è diventato spietato, poiché fatto di giudici, ragion per cui prevale il “Mors tua vita mea”.
Prima del consueto ed immancabile rito del firma copie, non manca un’analisi critica e pungente dell’attuale situazione sociale e politica dell’Italia. Con la consapevolezza che con i nostri patrimoni culturale ed umano abbiamo arricchito gli stranieri. Ed a tal proposito manifesta tutta la sua indignazione, poiché siamo un popolo a cui, onestamente, le qualità non mancano. – Napoli 30 Aprile

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