“120 battiti al minuto”, film denuncia sull’AIDS, vietato ai minori di 14 anni
In Italia il film “120 battiti al minuti” che denuncia la piaga dell’AIDS sarà vietato ai minori di 14 anni. Il regista: “In Francia non c’è stata nessuna polemica.” Segnale di un’omofobia ancora troppo radicata?
Attesissimo il film “120 battiti al minuto” scritto e diretto dal regista francese Robin Campillo, presentato in anteprima e in concorso alla 70° edizione del Festival di Cannes aggiudicandosi riconoscimenti quali il Grand Prix speciale della giuria, il premio Fipresci e il Queer Palm.
Tante le recensioni e gli articoli positivi, con le complimentazioni al regista per l’abilità nel trattare una tematica così delicata in modo impeccabile. Anche Pedro Almodòvar ha “amato il film dal primo minuto“. E non solo: con molta probabilità verrà candidato agli Oscar 2018.
Il tema dell’AIDS
Nonostante ciò, in Italia la pellicola, da oggi nelle sale, sarà vietata ai minori di 14 anni. Una notizia che rammarica molto il regista che ad HuffPost ha dichiarato: “È davvero un peccato, è una notizia che mi rattrista molto, anche perché in Francia il film non è vietato, tutti possono vederlo e non c’è stata nessuna polemica.”
120 battiti al minuto tratta l’importante tema dell’AIDS attraverso la storia del movimento attivista dell’Act-Up Paris negli anni Novanta contro l’indifferenza generale nei confronti dei malati e l’amore tra due uomini. Un film educativo, dunque, che ha lo scopo di informare e far conoscere soprattutto ai più giovani la battaglia portata avanti nel mettere a nudo una malattia che per troppo tempo è stata nascosta sotto gli occhi di tutti.
Eppure esso non potrà essere visto dagli italiani più giovani, proprio coloro che hanno più bisogno di essere educati alla tolleranza e a combattere l’omofobia. “Ho voluto raccontare questa storia perché sentivo che non era stato ancora fatto e occorreva farlo in un modo che ottenesse la massima visibilità, andando al di là della nostalgia”, spiega Campillo, “ma io penso anche di più a quelli di noi che sono sopravvissuti e a quelli che ancora oggi combattono con la malattia“.
Il divieto ai minori di 14 anni
La decisione della commissione censura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo è stata accolta con dispiacere anche dalla Teodora Film, casa distributrice del film in Italia che, nel comunicato stampa ufficiale, dichiara: “Abbiamo sperato fino all’ultimo che 120 Battiti al minuto riuscisse ad arrivare nelle sale italiane come ‘Film per tutti’, sarebbe stato un segnale forte, per dimostrare che gli uomini che amano altri uomini non spaventano più nessuno. Così non sarà.”
Una denuncia, quella della Teodora, di un’omofobia ancora troppo radicata all’interno del nostro paese, della paura del diverso e dell’AIDS, ancora, purtroppo, un argomento tabù. Il film poteva rappresentare un modo per rompere il silenzio su questi temi, abbattendo l’ignoranza.
Oggi il problema sembra superato rispetto al passato. Eppure l’AIDS, la sindrome da immunodeficienza acquisita scoperta nei primi anni ’80, continua ad infettare nell’indifferenza di tutti. Poca l’informazione e poche le campagne di prevenzione. Una superficialità che si manifesta nella miriade di stereotipi, pregiudizi e falsi miti degli italiani e in modo particolare delle ultime generazioni.
L’Italia rimane allora un paese dove i ragazzi vengono derisi, bullizzati e uccisi perchè gay, dove perfino un regista come Sebastiano Riso viene picchiato perchè gay, dove in un reality show i concorrenti fanno dichiarazioni chiaramente omofobe. Un paese dove la strada verso una completa tolleranza e comprensione è ancora lunga e dove un film che poteva apportare dei cambiamenti in questo senso sarà vietato ai minori di 14 anni.
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