La “crociata” della Cina: vietata la vendita online della Bibbia
Il provvedimento, già nell’aria da qualche settimana, è adesso ufficiale: in Cina è stata vietata la vendita online della Bibbia. Le motivazioni della “crociata”
La Cina vieta la vendita online della Bibbia
Il Governo cinese ha sempre visto nel cattolicesimo, ed in generale nelle religioni praticate in parte minore all’interno del Paese, una minaccia alla stabilità sociale e politica dello Stato. Per questo negli anni del regime di Mao Zedong molti cattolici vennero catturati ed uccisi e confiscati molti beni appartenenti alla Chiesa Cattolica la quale, per giunta, perse il suo ambasciatore in terra cinese.
Disgelo a scadenza
Una parvenza di “disgelo” sembrava essersi fatta strada verso gli Anni 80 con la fine dell’epopea politica di Mao, ma anche l’attuale Presidente Comunista, Xi Jinping sembra non vedere di buon occhio l’influenza esercitata dal cattolicesimo sulla cultura della Cina.
In questo senso, dunque, è da oggi stata vietata la vendita della Bibbia in tutti gli store online. Il testo Sacro della religione cattolica si può quindi continuare ad acquistare solo in sparute librerie.
Continua così la crociata della Cina contro le religioni minoritarie: nei suoi territori infatti, religioni come il cattolicesimo o l’islam sono meno praticate del buddismo o del taoismo.
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