Demoni d’amore e superstizione di García Márquez
Gabriel García Márquez racconta i demoni della superstizione e della cattiveria umana. Vittima una ragazzina dalla chioma ramata, indemoniata d’amore
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Demoni dell’amore, della superstizione, dell’inganno e della sofferenza quelli raccontati nel romanzo di Gabriel García Márquez “Dell’amore e di altri demoni”. Tutto ha inizio durante il primo incarico dell’autore come giornalista: esplorare le cripte funerarie dell’antico Monastero di Santa Clara. Il convento adibito ad ospedale, ormai fatiscente e sventrato in seguito ai crolli, rivela agli occhi increduli del neofita la sconvolgente scoperta dei resti di piccole ossa, ed un cranio dal quale fluisce una splendida chioma ramata, lunga oltre ventidue metri. Sulla lapide un nome: Sierva Maria de Todos Los Ángeles. Da qui la storia, narrata una volta da sua nonna, inizia a svolgersi camminando indietro nel tempo, alla ricerca di quegli antichi demoni sepolti dal passato.
La storia dei demoni ha inizio a Cartagena de Indias, dove vive il marchese di Casalduero con sua moglie Bernarda, ed una figlia non desiderata ma frutto di una violenza perpetrata dalla donna, cioè Sierva Maria. La sua chioma, lunghissima per un voto fatto alla Vergine durante la sua nascita, sarebbe stata recisa solo al matrimonio.
L’autore porta il lettore dentro il mondo di ciascun personaggio, esplorando il suo passato, la sua psicologia, la sua torbidità e dunque, i suoi demoni. Ognuno di loro possiede i demoni, perché ciascuno è mosso da interessi, comportamenti malati e passioni smodate, come quella di Bernarda per il cacao ed il sesso, che la riducono ad un impiastro devastato da un probabile morbo causato dai demoni della sua voracità.
Tutto ha inizio quando Sierva Maria, dodicenne, viene morsa da un cane, e questo viene ritrovato stecchito dalla rabbia. Da qui i sospetti che la ragazzina fosse stata infettata. Dopo essere stata sottoposta al martirio dei salassi e di ogni genere di stramberia di sedicenti medici guaritori, la sola alternativa che viene suggerita al marchese di Casalduero dal vescovo, è quella di rinchiuderla in un convento. Ciò che il padre sospetta, scongiurato il rischio della rabbia, è che sia posseduta da demoni, perché ha un comportamento schivo e diabolicamente aggressivo. Odiata fin dalla nascita da entrambi i genitori e costretta a vivere nel capannone degli schiavi, Sierva Maria è inselvatichita dalla mancanza d’amore. Lo stesso amore malato che proverà per lei Cayetano Delaura, uno dei suoi probabili esorcisti, già sospetto pederasta, con le sue visite e le sue attenzioni. Lui stesso cercherà di redimersi dai suoi demoni, ma questi lo avvincono, perché non riuscirà a sottrarsi al fascino puerile della bellissima marchesina.
La sorte della ragazzina dei demoni però è già segnata: ingannata da una compagna di cella, che la rende complice involontaria della sua fuga, la povera Sierva Maria con i suoi demoni viene considerata colpevole e rinchiusa nella clausura. Sarà così allontanata per sempre dal suo amore proibito. Verrà trovata morta per la sofferenza e gli stenti, con i capelli che crescono a vista d’occhio dopo essere stati rasati per un esorcismo.
A causa della superstizione e del bigottismo, l’innocente Sierva Maria funge da capro espiatorio per demoni che in realtà possiedono tutti i personaggi, corrotti da mali terreni che si riflettono nelle loro anime. Il suo unico demone era infatti l’amore.
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