La Casa di Carta 4: dopo Bella Ciao, c’è ancora Italia
Nei primi episodi della quarta parte della Casa di Carta, da ieri su Netflix, due successi pop italiani: “Ti amo” e “Cerco un centro di gravità permanente”
Se nella prima stagione de La Casa di Carta era risuonata Bella Ciao, la quarta parte della serie, disponibile da poche ore Netflix, si apre all’insegna di nuovi riferimenti musicali italiani: “Ti amo” di Umberto Tozzi e “Cerco un centro di gravità permanente” di Franco Battiato.
La prima canzone è interpretata da Berlino nel corso del proprio matrimonio in Toscana. Lo spettatore è catapultato in un flashback dove il successo pop si offre come una dichiarazione d’amore in musica per la propria sposa. La seconda canzone, invece, è intonata in coro dai monaci e dal vivace gruppo di invitati. Ricostruiamo brevemente la storia di questi brani intramontabili, pronti a prorompere nelle case di milioni di fan.
Ti amo
Scritta dallo stesso Tozzi con Giancarlo Bigazzi, è inclusa nell’album È nell’aria… ti amo, pubblicato nel 1977. In Italia, vendette 120 mila copie, classificandosi prima al Festivalbar di quella stessa estate. Ma non solo: scalò le classifiche di mezza Europa e, in Francia, venne valorizzata dalla voce di Dalidà. Nel 1984, dopo essere stata tradotta in inglese, debuttò nel mercato americano con la voce Laura Branigan (la cantante che, l’anno prima, aveva condotto Gloria al posto della classifica statunitense).
Nel 2000, la canzone incontra il cinema per la prima volta: è, infatti, inserita nella colonna sonora di Asterix, nella versione che comprende il duetto tra Tozzi e Monica Bellucci.
Cerco un centro di gravità permanente
Fa parte long playing La voce del padrone, uscito nel 1981. La traccia ha un testo fitto di riferimenti filosofici e letterari. La canzone suggerisce immagini in apparenza casuali ma che riflettono l’esigenza del cantautore di trovare stabilità. Gli accenni culturali di cui è disseminato il brano provengono probabilmente dalla frequentazione del mistico Georges Gurdjieff.
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