4 Maggio 2020 - 17:22

Tare: “La decisione di fermare il Campionato non spetta al Ministro”

Tare

Ospite di Sky Calcio Club il ds della Lazio Igli Tare: “Mercoledì ripartiamo, finire questo campionato sarebbe una grande esperienza per quello successivo”

Dopo aver attaccato il Governo per la mancata ripresa degli allenamenti, Igli Tare torna a parlare, questa volta con toni più leggeri. Ospite di Sky Calcio Club, il ds della Lazio ha spiegato i piani dei biancocelesti per la ripresa degli allenamenti individuali.

“Ripartiremo mercoledì, ma appena avvieremo i test sierologici capiremo se potremo anticipare questa data per la ripresa. L’ordinanza del Viminale sull’ok agli allenamenti individuali ci ha colto in controtempo. La Lazio è la prima società in assoluto ad aver smesso di giocare e allenarsi per questa pandemia. 

Siamo stati tra le poche squadre in Italia a rispettare ogni ordinanza del governo dall’inizio alla fine. Nessun giocatore ha lasciato la città, forse a livello di comunicazione siamo sembrati aggressivi per un semplice motivo: abbiamo analizzato lo stop del calcio come stop della terza industria del Paese, con eventuali danni molto rilevanti. Per i giocatori era molto importante ricevere segnali di apertura. Quando abbiamo saputo che saremmo tornati ad allenarci abbiamo festeggiato in chat”.

Tare però non perde l’occasione per attaccare il Ministro Spadafora, che addirittura avrebbe chiesto a Conte un decreto per far finire la stagione: “Ho sentito che in settimana potrebbe arrivare lo stop definitivo per mano del Ministro dello Sport. Questo non sarebbe nelle sue competenze. Fifa, Uefa e Figc hanno spiegato che i campionati vanno finiti entro l’anno solare.

Se non iniziamo questo campionato a giugno, lo faremo quando sarà possibile riprendere l’attività e parlo anche di agosto e settembre sfruttando anche il fatto che nel 2022 i mondiali del Qatar saranno a dicembre. Credo che finire questo campionato sarebbe una grande esperienza per quello successivo. Se invece dovessimo sospendere, non avremmo alcuna idea di come gestire la convivenza con il virus in futuro”.