5 donne forti dal mondo delle serie tv in occasione del 25 novembre
In occasione del 25 novembre noi di Zon.it abbiamo pensato a questa mini lista di personaggi femminili forti appartenenti al mondo delle serie tv
Oggi, 25 novembre, è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Noi di Zon.it abbiamo pensato di celebrarla proponendovi alcuni personaggi femminili forti appartenenti al mondo delle serie tv. Sempre più spesso le donne sono protagoniste di una storia più o meno bella con più o meno sofferenze. In questa occasione vorrei parlarvi di alcune di loro e per restare in tema le ho scelte perché tutte vittime di qualcosa o qualcuno: loro stesse, abbandono, pregiudizi, maschilismo.
Tutte ci hanno accompagnato con le loro storie negli ultimi due anni confermando quello che ormai sappiamo tutti da molti anni: le protagoniste femminili non sono più le belle che attendono l’eroe per essere salvate. Nonostante le loro debolezze e nonostante tutti le difficili prove a loro riservate, tutte in un modo o nell’altro hanno provato, talvolta riuscendoci, a salvarsi da sole.
Beth Harmon – La regina degli scacchi
La Regina degli scacchi è senza dubbio la serie tv del momento. Da meno di un mese su Netflix, la miniserie americana è la più vista al suo esordio della piattaforma: tutti volente o nolente hanno sentito parlare di Elisabeth Harmon. Interpretata da una splendida Anya Taylor-Joy, la serie diretta da Scott Frank su soggetto di Walter Tevis, racconta la storia di donna, ripercorrendo le varie fasi della sua difficile vita. Una donna che ha fatto delle sue debolezze un punto di forza per emergere e lo fa in un mondo di soli uomini.
Beth infatti, all’età di 8 anni scopre di avere un dono per gli scacchi e da allora la sua carriera sarà sempre in salita, cosa che invece non sarà per la sua vita privata. Cresce in un istituto, dopo aver perso la madre e tra sindrome dell’abbandono e dipendenza da alcool e tranquillanti riuscirà, grazie alla sua madre adottiva, ad affermarsi nel mondo degli scacchi.
Insomma, una donna forte perché nonostante le sue fragilità e le molte sofferenze che la vita le ha riservato è riuscita ad affermarsi nell’America degli anni ’60, dove il mito della donna casa-chiesa-figli imperversava ancora da uno Stato all’altro, con poche eccezioni.
Jules – Euphoria
Jules Vaughn è un’adolescente transgender, co-protagonista di una delle serie tv più acclamate del 2019: Euphoria. Serie televisiva statunitense creata da Sam Levinson per il network HBO, racconta la storia di Rue, un’adolescente con seri problemi di dipendenza da stupefacenti. Ma non è solo questo, Euphoria, infatti, racconta di altri argomenti molto forti come il sesso, disagio adolescenziale, la body positivity e molto altro e lo fa senza metafore e senza risparmiare sui dettagli. Jules, in quanto ragazza transgender non ha avuto una vita facile in una società dove cambiare il proprio sesso è ancora un taboo e un ricettacolo di fantasie perverse.
Dà ancora più verità al suo personaggio l’attrice Hunter Schafer, anch’ella transgender, che più volte ha dichiarato di aver messo molta se stessa in Jules: entrambe, infatti, hanno dovuto affrontare un mondo che non le accetta del tutto e in cui sono soggette a critiche e umiliazioni continue.
Esty Shapiro – Unorthodox
Ester, protagonista di Unorthodox, ha 19 anni ed una ragazza di fede ultra-ortodossa chassidica che vive nel quartiere di Williamsburg, a Brooklyn. Qui è costretta a seguire le rigide regole della sua comunità che vede la donna come sola procreatrice. L’obiettivo della comunità è infatti quello di rimettere al mondo i 6 milioni di ebrei uccisi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ecco quindi, che più figli si fanno e meglio è: tutte le bambine vengono cresciute con questo ideale e ben presto sono costrette a sposarsi. Anche questo era il destino che i suoi parenti avevano scelto per Esty, ma la sua passione per la musica e il matrimonio non voluto ed infelice, l’hanno spinta a lasciare tutto e ad andare quanto più lontano possibile da Williamsburg. A soli 19 anni e senza conoscere minimamente il mondo al di fuori del suo quartiere, Esty prenderà un volo per Berlino e lì, dall’altra parte dell’America, proverà a rimettere insieme i pezzi della vita, nonostante la sua famiglia proverà a riportarla a casa e rimetterla sulla “retta via”.
A rendere ancora meglio la storia di Esty è l’attrice Shira Haas, la cui interpretazione buca lo schermo in quasi tutte le scene. Il misto di ansia verso il nuovo e di voglia di mettersi in gioco è la costante e il punto di forza che hanno spinto Esty ad affermare se stessa nonostante il mondo chiuso in cui è cresciuta.
Tasha – Orange is the new black
Tasha Jefferson è sicuro uno dei personaggi più forti mai realizzati prima. Nella serie fin dalla prima stagione di Orange is the new Black, è una donna di colore cresciuta per strada e tra le case famiglie che finisce nel carcere di Litchfield e lì trova una vera e propria famiglia. Quando un membro di questa famiglia, Poussey, che per lei era la sorella che non aveva mai avuto, viene uccisa accidentalmente da una guardia del penitenziario, inizierà a lottare per avere giustizia. Ma purtroppo, la giustizia, in un carcere femminile e per una donna di colore è un miraggio troppo lontano.
Tasha istigherà tutte le sue compagne a ribellarsi e organizzeranno una vera e propria rivolta. Durante tale rivolta un’agente resterà ucciso e proprio Tasha verrà accusata dell’omicidio. Per lei non ci sarà nulla da fare: verrà condannata al carcere a vita ingiustamente e solo per aver lottato per i diritti delle donne in carcere. Toccherà, in quell’occasione, il fondo, ma riuscirà a rialzarsi e deciderà di darsi uno scopo nella vita: aiutare tutte le donne che potranno tornare in libertà a rifarsi una vita e a reinserirsi nella società.
Fleabag – Fleebag
Fleabag è una serie tv britannica nata dalla penna della giovane Phoebe Waller-Bridge. Nata come spettacolo teatrale e poi notato dalla BBC, la serie racconta di una donna trent’enne la cui vita non ha uno scopo o una direzione e che cerca disperatamente di stare a galla. Per farlo si rifugia in relazioni di poco conto e nel sesso. Lei stessa nel monologo iniziale del primissimo episodio si descrive così: “Ho il terribile sospetto di essere una donna avida, pervertita, egoista, cinica, depravata e moralmente fallita che non merita di chiamarsi femminista”.
Questo perché Fleabag (il cui nome della protagonista è ignoto), affronta una tematica, quella della sessualità femminile, che ancora oggi è un taboo e un bersaglio di critica. Viviamo infatti, in una società in cui affermare di avere una vita sessualmente attiva, da parte di una donna, significa diventare bersaglio di squallide etichette.
La giovane trent’enne londinese protagonista della storia è il frutto di una vita che ha quasi toccato il fondo: mamma e migliore amica morte, sorella maniaca del controllo, padre distante e attività lavorativa quasi in bancarotta. Insomma, il sesso è per lei sinonimo di gratificazione più che di piacere: la società che diritto ha di giudicare donne come lei? Nessuno. Siamo del 2020, l’evoluzione è onnipresente e non dovrebbero esistere ancora uomini e donne che criticano le donne solo per ciò che fanno nel loro privato. Fleabag, quindi, può essere considerato una sorta di manifesto, che passa dal drammatico alla commedia e viceversa, per la giornata odierna: il 25 novembre.
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