L’Agcom multa Disney e i Griffin: la colpa? Un episodio su Gesù
La Disney sarà costretta a pagare 62mila euro per un episodio dei Griffin. A deciderlo L’Agcom, intanto esultano Lega e Pillon
La serie in onda dal 1999, con ben 19 stagioni alle spalle, i ‘Griffin‘ ritorna nuovamente a far parlare di se per un episodio considerato ‘nocivo allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori’. A deciderlo è l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha deciso di sanzionare la Disney con una multa da 62mila euro. L’episodio sotto accusa veniva trasmesso in Italia a marzo, su Fox, canale di proprietà Disney.
L’episodio intitolato Gesù, Giuseppe e Maria sarebbe colpevole di essere stato trasmesso alle 18 e dunque, in fascia protetta. Ad alzare per primi il polverone i due parlamentari della Lega, Roberto Calderoli e Daniele Belotti, a cui ha fatto poi eco la voce di Pillon.
La Disney si difende
La Disney si è da subito difesa sottolineando come, in realtà, i Griffin sia una serie pensata per gli adulti, non di certo un programma per bambini dunque, ma un ‘prodotto di animazione concepito per un pubblico più maturo che si colloca nel filone stilistico e narrativo dell’animation comedy‘. Inoltre, aggiunge Disney, la stessa rete Fox non sarebbe destinata ai più piccoli, essendo il canale numero 100, mentre i canali per i bambini partirebbero dal 600 in poi.
Una difesa poco sussistente, secondo l’Agcom che ribadisce come l’episodio presenti ‘dialoghi caratterizzati dall’uso reiterato e gratuito di espressioni volgari, di scurrilità e turpiloquio, di offese alle confessioni e ai sentimenti religiosi’ e ‘risulta nel suo complesso nocivo allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori e concretamente idoneo a turbare, pregiudicare, danneggiare i delicati complessi processi di apprendimento dall’esperienza e di discernimento tra valori diversi o opposti, nei quali si sostanziano lo svolgimento e la formazione della personalità del minorenne‘.
I precedenti
La stessa sorte era spettata allo spot di Tim Vision con protagonista Lino Banfi. La polemica iniziata la settimana scorsa, colpevolizzava il comico pugliese di aver utilizzato un linguaggio scurrile, riportando lo slogan che lo ha reso celebre nei suoi film: ‘Porca Puttena!‘. In quel caso a richiedere la censura o rimozione dello spot fu proprio il Moige (Movimento Italiano Genitori), richiesta poi accontentata a favore di uno spot più “politically correct“.
Dopo la censura alla seconda famiglia più famosa d’America (la serie ironizza molto sulla concorrenza con i Simpson, con episodi interamente dedicati ai tentativi messi in atto per raggiungerne il prestigio), viene da chiedersi quanto la tv sia davvero libera nei contenuti e nella comunicazione.
A parità di ironia e black humor, gli stessi Simpson, in realtà, sono stati negli anni soggetti a piccole censure nel doppiaggio. Le prime stagioni della famiglia total yellow, infatti, presentavano un linguaggio molto più colorito e sicuramente poco adatto ai più piccoli. Nessuna multa in quel caso, ma piccoli e sottili cambiamenti nel doppiaggio italiano, ne è un esempio la puntata di Homerpalooza, quando Bart rivolge la fatidica domanda: di che religione sei?
La risposta resa in italiano in quel caso recitava così: ‘A una di quelle con una marea di regole benintenzionate che nella vita reale poi non funzionano… be’, praticamente tutte!’. Una versione ripulita della più secca risposta in lingua originale: ‘The one with all the well-meaning rules that don’t work out in real life. Uh… Christianity“
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